Gattinoni: «La sicurezza non ha colore politico. Necessario un confronto per discutere di iniziative concrete»

Prosegue la discussione sul tema della sicurezza nei comuni lecchesi e della “lettera dei sindaci”

“L’anticipazione a mezzo stampa di una bozza della lettera è stata una sgrammaticatura istituzionale. Tuttavia, oggi la presidente Hofmann, a nome di tutti i sindaci, ha inviato al Prefetto l’ultima versione della lettera. Per cui direi che la questione della fuga di notizie è sorpassata”. Al termine di una giornata convulsa, Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, guarda già al futuro, ovvero a come affrontare un problema, quello della sicurezza, ormai evidente.

“La sicurezza – sottolinea Gattinoni – non ha colore politico. È un tema che riguarda tutti i cittadini. I problemi si sono verificati in tanti comuni della provincia. Non a caso, il documento è stato sottoscritto da amministratori di appartenenze politiche diverse”. Una lettera dai contenuti forti e impegnativi, in primo luogo per gli amministratori locali. “Come sindaci – spiega il primo cittadino lecchese – ci mettiamo a disposizione di Prefettura e Questura per la più ampia collaborazione possibile. Credo sia ora necessario un confronto per discutere di iniziative concrete coinvolgendo, oltre a comune di Lecco e Provincia che partecipano abitualmente ai comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche i sindaci dei centri dove si sono registrate le maggiori criticità”.

Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello nonché tra i promotori della ormai famosa lettera, è della stessa opinione. “Quando ho condiviso quel documento sulla chat con tutti i sindaci c’era stato grande sostegno. Peraltro, la versione trapelata era soltanto una bozza. In ogni caso, non è tempo di cercare i colpevoli. Dobbiamo concentrarci sul trovare delle soluzioni a questo grave problema, partendo dalla consapevolezza di quanto il nostro territorio sia cambiato negli ultimi anni, diventando molto più turistico. Dobbiamo fare qualcosa”.

“Sulla sicurezza non si può fare demagogia, prefigurando interventi drastici che poi rimangono solo nelle intenzioni, anche perché non sono le soluzioni migliori”. Sul tema della sicurezza interviene anche Gianmario Fragomeli. “La principale competenza sull’ordine pubblico – precisa il consigliere regionale del Partito democratico - è in capo allo Stato attraverso il ministero dell’Interno. È necessario lavorare tutti insieme per costruire risposte concrete al fine di contrastare la criminalità di strada”.

Negli ultimi giorni, Giacomo Zamperini e Mauro Piazza, i rappresentanti lecchesi nella maggioranza di centrodestra in Regione, avevano invocato a gran voce l’utilizzo delle Forze armate, attraverso l’operazione “strade sicure”, nel capoluogo. “Da mesi – ricorda invece Fragomeli - ho proposto un progetto di legge che introduce la figura dello “street tutor”, un operatore a metà tra l’educatore e il vigilante delle piazze, in grado di prevenire e di presidiare, a partire dalle prime forme di degenerazione della sicurezza cittadina”. In parallelo, ci si potrebbe muovere anche sul fronte delle risorse economiche. “Chiediamo al Governo – propone l’esponente dem - dei fondi per consentire ai comuni di assumere duemila agenti di polizia locale in più. Fermiamo la riduzione delle risorse che c’è stata nell’ultimo bilancio regionale, in cui i tagli ai fondi per la sicurezza sono stati drammatici, del 40%. Siamo vicini all’assestamento di bilancio, è il momento giusto per dare ai comuni le risorse necessarie a sviluppare progetti per la sicurezza nelle città lombarde.” Ulteriori proposte che arricchiscono una discussione già incandescente su un tema molto sentito dai cittadini lecchesi dopo gli ultimi fatti di cronaca.

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