Gattinoni: «La sicurezza non ha colore politico, ma non chiedo l’esercito in strada. Il Prefetto ci ascolti»

«Ci permettiamo di esprimere la richiesta di un maggiore, continuativo e programmato presidio del territorio, svolto anche e soprattutto in base alle nostre segnalazioni dirette». Dopo settimane di polemiche febbrili, arriva la presa di posizione dei comuni della provincia di Lecco sul fronte della sicurezza. Del resto, negli ultimi mesi i giornali hanno raccontato con dovizia di particolari l’inesauribile sequenza di aggressioni, risse, tentativi di rapina accaduti a Lecco così come a Mandello, Calolziocorte o Ballabio. Violenze che spesso hanno come protagonisti ragazzi giovanissimi. «Questa non è gente che si fa i dispetti. – sottolinea Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco – Questi ragazzi sono l’anello terminale, più evidente ma anche più sfruttato, di dinamiche che i sindaci hanno sempre segnalato a chi di dovere. Questo non è semplice disagio sociale. Sono fenomeni di devianza legati allo spaccio di droga e devono essere affrontati in modo convinto».

Nella missiva, i sindaci evidenziano come, ai sensi della legge, “è lo Stato ad avere competenza esclusiva per quanto attiene l’ordine pubblico e la sicurezza”, eppure loro sono “spesso soli a provare a dare risposta alla richiesta di sicurezza dei cittadini, alla richiesta di chi rispetta le regole di poter vivere le nostre comunità ed i suoi luoghi pubblici”.

Solo in centro a Lecco, per esempio, da settimane si registrano casi di risse tra minorenni, vetrine dei negozi rotte, scontri tra senza tetto. In un’occasione, è comparsi addirittura una pistola scacciacani. «Valutazioni sull’utilizzo delle forze Armate spettano al Prefetto. Per la mia esperienza, quella soluzione è attuata in situazioni diverse dalla nostra» sottolinea Gattinoni, anche in risposta alle ripetute richieste delle minoranze sull’attivazione dell’operazione “Strade sicure”. «Il problema della sicurezza non ha colore politico. – prosegue il primo cittadino lecchese – Peraltro, c’è una forte solidarietà tra gli amministratori. Quella lettera è stata firmata anche da comuni attualmente non interessati dagli episodi di violenza. Al Prefetto offriamo massima collaborazione ma chiediamo azioni mirate sui temi e nelle zone di maggiore criticità».

Del resto, ricordano i sindaci, la Guardia costiera è arrivata sul lago di Como nel 2024, dopo vent’anni di richieste. Quindi nulla è impossibile. «Siamo – concludono gli amministratori locali nel loro appello - per scelta, per norma e per comprovata giurisprudenza, responsabili della sicurezza dei nostri cittadini, della loro salute e del loro benessere. Siamo il più importante baluardo democratico della nostra repubblica: eletti direttamente dai cittadini e sempre vicino ad essi, nel bene e nel male. Una posizione responsabile della credibilità di Tutti gli organi istituzionali: chiediamo maggior rispetto, coinvolgimento, ascolto e accoglimento delle richieste».

© RIPRODUZIONE RISERVATA