Fiamme alla Carcano di Delebio,
tre indagati per incendio colposo
Si tratta di due dirigenti di primo piano che hanno competenze e responsabilità nell’ambito della sicurezza dell’importante fabbrica della Bassa Valtellina, mentre il terzo al centro delle indagini fa parte di una società esterna che si occupa della manutenzione dei sistemi di sicurezza presenti all’interno dell’azienda
Sono complessivamente tre gli indagati, al momento per la sola ipotesi di incendio colposo, nell’inchiesta della Procura di Sondrio relativamente alle fiamme che divamparono lo scorso fine ottobre all’interno del capannone industriale denominato “Valtellina” dello stabilimento Carcano di Delebio, leader a livello europeo nella lavorazione dell’alluminio. Si tratta di due dirigenti di primo piano che hanno competenze e responsabilità nell’ambito della sicurezza dell’importante fabbrica della Bassa Valtellina, mentre il terzo a essere al centro delle indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Giulia Alberti, fa parte di una società esterna che si occupa della manutenzione dei sistemi di sicurezza presenti all’interno dell’azienda di cui, da diversi anni, è direttore Matteo Castellani.
Nella tarda mattinata di venerdì scorso la Procura, diretta da Piero Basilone, aveva conferito l’incarico al proprio consulente tecnico per l’accertamento delle cause del rogo e per una valutazione sulle condizioni di sicurezza, al fine di prendere in seria considerazione una possibile ripresa dell’attività produttiva, sospesa da settimane e con gli operai collocati in Cassa integrazione, ripresa piena o parziale. I magistrati hanno affidato l’incarico all’ingegnere Giovanni Moschioni, di Como, il quale è docente al Politecnico di Milano, per la precisione al Dipartimento di Meccanica.
Quel giovedì sera, dopo le 20.30, quando si sprigionarono le fiamme all’interno di un’ala del sito produttivo, subito abbandonato dai lavoratori del turno di notte, una settantina, i quali diedero immediatamente l’allarme e nessuno fortunatamente riportò ferite, il tempestivo intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco dal distaccamento di Morbegno e dal Comando provinciale di Sondrio evitò che l’incendio potesse estendersi creando ancora più danni di quelli già fatti. «La tempistica della perizia mi auguro sia brevissima - dichiara l’avvocato Luca Perego del Foro di Lecco, difensore dei due dirigenti della Carcano Spa - ma da quanto ho compreso è anche questo l’intendimento della Procura di Sondrio, per potere liberare al più presto il laminatoio dell’alluminio che è stato seriamente danneggiato dal fuoco. Una volta ultimata l’attività peritale si potrà ottenere il dissequestro del macchinario e, pertanto, nella fase successiva, procedere all’azione di riparazione». E il legale lecchese aggiunge: «Si tratta di un macchinario molto costoso e anche il processo di riparazione si annuncia particolarmente complesso. I danni ammontano a diverse decine di milioni. Ma tutti, magistrati, consulente da loro nominato e i nostri tecnici di fiducia, lavoreremo per rendere più brevi possibili i tempi per un ritorno alla normalità nella fabbrica valtellinese».
Il lavoro dell’ingegner Moschioni è già iniziato, un altro sopralluogo dopo quello di venerdì scorso, quando intervennero anche gli esperti dei vigili del fuoco, ci sarà in seguito, in quanto l’obiettivo degli inquirenti è di fare piena luce su quanto accaduto ed individuare eventuali responsabilità, ma nel contempo di favorire la ripresa del lavoro, purchè in una situazione di sicurezza per le maestranze.
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