Cronaca / Lecco città
Mercoledì 26 Aprile 2017
Energia: mercato libero
Un’incognita per le imprese
Rinvio di un anno nell’applicazione delle nuove regole, le aziende comunque si stanno preparando, Daniele Riva: «È importante verificare le proposte nel dettaglio, soprattutto con riguardo ai volumi consumati»
Quella del passaggio obbligato dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia sembra essere la liberalizzazione più difficile.
Decisa nel 2015 con avvio nel 2018, a metà aprile il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ne annuncia di nuovo il rinvio di un anno. Il mercato spaventa e la riforma per archiviare il mercato tutelato ora è annunciata per il 2019. Ma le piccole imprese non stanno a guardare. Da anni Confartigianato lavora per aiutarle a cogliere i vantaggi della liberalizzazione. Chi compra energia nel mercato tutelato dovrà dunque decidere di scegliersi un fornitore sul libero mercato. Si potrà decidere in ogni momento di cambiare contratto e senza le condizioni del servizio di maggior tutela, a disposizione solo di famiglie e piccole imprese.
Tuttavia fra le micro e le piccole aziende il processo di scelta della liberalizzazione è in atto da tempo, come mostra l’ultima indagine di Confartigianato che analizza (dati al 2015) le dinamiche di concorrenza attraverso i cambi di contratto delle imprese connesse in bassa tensione.
Il 16,3% dei clienti attivi non domestici connessi in bassa tensione ha compiuto passaggi di fornitura: in particolare il dato è composto da un 10,7% di clienti che hanno cambiato fornitore sul libero mercato, dal 4,8% di passaggi da e per il regime di tutela e dallo 0,8% di passaggi da e per il cosiddetto regime di salvaguardia, servizio marginale che serve circa l’1% dei clienti oggetto del focus di Confartigianato.
Per quanto riguarda i cambiamenti, in entrata o in uscita dai servizi di tutela, quasi i due terzi (65,5%) dei passaggi di fornitura interessano il mercato libero, il 29,3% interessa il servizio di maggior tutela (dato composto dal 12,3% di uscite verso venditori non collegati al distributore, dal 9,8% di uscite verso venditori collegati al distributore e dal 7,4 di rientri). Il restante 5,1% ha interessato il servizio di salvaguardia.
Le percentuali del focus dell’associazione nazionale si rispecchiano anche nella situazione lecchese dove il presidente di Confartigianato provinciale, Daniele Riva (che dal 2014 presiede anche il consorzio energia nazionale), fa sapere che nelle prossime settimane l’avvicinamento delle imprese al cambiamento «sarà graduale nel tentativo di individuare la scelta migliore, visto l’attivismo delle lobby di settore sulla materia. Suggeriamo comunque di fare accurate verifiche sui propri contratti soprattutto in relazione al volume dei consumi. Molte nostre piccole imprese hanno trovato da tempo il fornitore giusto assicurandosi prezzi competitivi. Chi mediamente consuma poco - aggiunge Riva - probabilmente troverà poco o per nulla vantaggioso, guardando bene all’importo della quota energia della propria bolletta, il cambio di fornitore».
© RIPRODUZIONE RISERVATA