Cronaca / Lecco città
Lunedì 03 Giugno 2024
Eluana Englaro, condannato l’ex dg della sanità lombarda Carlo Lucchina. Il papà Beppino: «Non mi hanno dato scampo»
Condannato in appello a pagare all’erario circa 175 mila euro che la Regione aveva dovuto risarcire a Beppino Englaro. Carlo Lucchina, l’allora direttore generale della Sanità della Lombardia, avrebbe impedito che ad Eluana Englaro fosse interrotto il trattamento che la manteneva in stato vegetativo, per una «concezione personale ed etica del diritto alla salute».
A dirlo la Corte dei conti. Eluana si spense in una clinica in Friuli il 9 febbraio del 2009 a 39 anni, 17 trascorsi in stato vegetativo permanente, conseguenza di un gravissimo incidente stradale. “Costretto a lasciare la Lombardia che pose solo ostacoli senza consentirmi di dar corso alla sentenza”, spiega il papà della giovane lecchese, Beppino Englaro.
Si era visto negare la possibilità di interrompere l’alimentazione artificiale che teneva in vita la figlia, dal direttore generale Lucchina nonostante nel 2007 la Cassazione, avesse stabilito che ciascun individuo può rifiutare le cure alle quali è sottoposto se le ritiene insostenibili e degradanti, e nel 2008 la Corte d’appello di Milano su questa base avesse autorizzato la interruzione del trattamento. Quando Beppino Englaro chiese come tutore di staccare il sondino di Eluana, Lucchina firmò una nota che diceva che le strutture sanitarie si occupano della cura dei pazienti, e di conseguenza i sanitari che l’avessero sospesa sarebbero venuti «meno ai loro obblighi professionali».
La Regione fu condannata a pagare circa 175 mila di euro per i danni subito dalla famiglia Englaro, comprese le spese per il ricovero in Friuli. Quindi il procedimento erariale nei confronti di Lucchina, assolto in primo grado (nelle motivazioni era stata una decisione «ponderata» a seguito di un’istruttoria dell’Avvocatura del Pirellone). Sentenza ribaltata in Appello, con i giudici che parlano di “patente violazione dei propri doveri di servizio”. Lucchina potrà fare ricorso in Cassazione.
“Hanno sbagliato loro, e sono problemi loro- le poche parole di Beppino Englaro-. Non mi hanno dato scampo e non ho potuto fare altro che continuare il mio percorso fuori dalla Lombardia. Io ho fatto la mia strada nella legalità e dentro la società e adesso loro nella legalità e dentro la società devono rispondere di quanto fatto. Non ho altro da aggiungere”.
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