Cronaca / Lecco città
Venerdì 24 Dicembre 2021
«Distanti a tavola
e niente abbracci
Festeggiate così»
L’esperto Carlo Signorelli del San Raffaele di Milano: «Oltre il 90% dei contagi avviene nelle nostre case»
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Ma in sicurezza. Perché il problema non è più così drammatico come quello 2020, quando si temeva di poter contrarre il virus in maniera grave, gravissima. Tanti non si sono neanche avvicinati ai parenti, Natale 2020. La situazione ora è completamente diversa. Ci si può trovare, incontrare, condividere il pranzo del 25 o il cenone della Vigilia. Ma non osservare nessuna regola potrebbe portare a brutte sorprese. Semplicemente a dover poi rimanere isolati per tutto il resto delle feste. Conviene rischiare di rimanere “blindati” in casa? Secondo Carlo Signorelli, professore di Igiene e Salute Pubblica al San Raffaele di Milano, no. E ci ha consegnato un decalogo di “buone regole” di comportamento che potrebbe tornarci utile.
Allora, professore, da dove cominciamo?
Dal sederci a tavola. Un solo metro di distanza non basta, se parliamo, ridiamo, scherziamo. Un metro e mezzo è meglio. Magari disponendoci a scacchiera, chi sul divano, chi su un tavolo, chi su un altro. Usiamo un po’ di fantasia ma distanziamoci. È importante.
Prima regola interiorizzata, anche se non facile da far rispettare perché non tutti hanno il salone degli specchi di Versailles, come sala da pranzo…
Lo so. Infatti non ho parlato di limiti numerici tra gli invitati. Dipende dalla grandezza dei locali a disposizione. Certo che venti persone in dieci metri quadri, meglio di no… Se si rispetta un certo distanziamento siamo già più sicuri.
Ma essendo tutti vaccinati che problema c’è?
Oltre il novanta dei contagi avviene nelle case; per cui massima attenzione e un numero di invitati congruenti con gli spazi. Inoltre dovrebbe valere la regola di ammettere solo i vaccinati in casa propria; comunque da escludere che tra gli invitati ci siano non vaccinati anziani o portatori di malattie croniche. Ricordiamoci che la vaccinazione non esclude categoricamente il contagio, ma la malattia grave. Il che vuol dire che ci si può contagiare e poi si passerebbero il resto delle feste isolati in casa. Dobbiamo saperlo.
Ma non sarebbe più semplice, sapendo che sono tutti vaccinati, far fare un tampone (sempre che si trovi) prima del ritrovo?
Direi di no. Nel senso che le tre dosi danno una garanzia molto alta. Se ci sono tutti vaccinati con tre dosi i rischi sono minimi. Poi, in ordine di sicurezza, ci sono le due dosi, che oggi sembrano essere a rischio se sono passati più di cinque mesi. E quindi le categorie non vaccinate. E lì il divieto assoluto per anziani, malati e via dicendo. Con i bambini ci vogliono grandi cautele. Attualmente sono quelli che, a scuola, hanno fatto salire molto i contagi. Anche se si stanno vaccinando in buon numero. Non saranno però tutti “pronti” per Natale.
Seconda regola: niente baci e abbracci
Vietati. Sono a forte rischio di contagio. So che è una cosa antipatica, ma uno sguardo carico di affetto può bastare per quest’anno.
Terza regola. Non scambiamoci i bicchieri
Mi pare il minimo. Non facciamo neanche cin cin con bicchieri già usati per bere. Se poi non siamo tutti allo stesso tavolo ma andiamo in giro per casa con il bicchiere, mettiamogli il nome, in modo da non confonderci. E lo stesso per i tovaglioli. Privilegiamo quelli usa e getta e comunque ricordiamoci quali sono i nostri.
Siamo alla quarta: non scambiare il piatto.
I piatti con portate comuni sarebbero da evitare. Però se proprio siamo costretti a usarli, facciamo in modo che ci sia una sola posata per tutti usata solo per fare le porzioni. Sarebbe sempre meglio porzionare nei singoli piatti…
Va da sé la quinta regola: vietato scambiarsi le posate
Bisogna fare molta attenzione a non “perdere” le proprie posate e a non mangiare cibi dai piatti degli altri se non prima di averli scaldati a 60 gradi per qualche minuto…
Di conseguenza, la sesta regola: il golosone che “pilucca” di qua e di là, è bandito dalla tavola 2021
Diciamo che se si prendono gli avanzi di un altro si deve rispettare la regola di ricucinarli a 60 gradi per pochissimi minuti. Ma lo stesso vale anche per quei cibi che rimangono esposti sul tavolo alla mercé delle goccioline di tutti… Vanno riscaldati a 60 gradi.
Settimo comandamento: evitare l’uso condiviso del telefono
Il classico video di Natale in cui tutti vogliono dire la loro prendendo in mano il cellulare di un altro, è da vietare. A meno di non disinfettarlo a ogni uso. Oppure uno tiene il cellulare e gli altri parlano ma in vivavoce, da lontano…
Canti di Natale, probabilmente vietati? Proprio così. È la regola numero otto.
Bellissimo trovarsi intorno a una chitarra o un pianoforte e cantare a squarciagola. Ma non è il caso di farlo quest’anno. Le goccioline, quando si canta, vanno lontano…
Siamo alla nona, regola, non sinfonia. Asciugamani di carta mono uso o asciugamani di cortesia per tutti.
Proprio così. Non possiamo scambiarci l’asciugamani del bagno. Meglio usare quelli usa e getta, come nei bagni pubblici. Oppure fornire, se i commensali sono pochi, un asciugamano personalizzato a ogni invitato.
Ultima regola, forse la più importante: cambiare spesso aria.
So che fa freddo, ma basta lasciare un pertugio, una finestra aperta durante il pranzo. Oppure cambiare aria ogni tanto. L’aerosol che ristagna nell’aria è quello che ci fa dire sempre sì alle mascherine al chiuso e non sempre all’aperto… Ma basta poco per evitare grandi rischi.
E così abbiamo finito il decalogo. Un po’ rigido, però, ci consenta: tra Green pass richiesto in ingresso, divieti di ogni genere, scappa quasi la voglia di stare insieme…
Guardi, il problema vero è che chi è positivo sta a casa. Sta isolato. E il numero di chi rimane a casa sta diventando importante, per cui tra chi è costretto a fermarsi ci sono anche infermieri e medici.
Uno è positivo e gli arriva il provvedimento di isolamento. Per cui sui servizi essenziali, con numeri di contagio così importanti, non c’è il problema solo dei casi gravi, ma quello di non mettere in difficoltà i servizi essenziali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA