
Cronaca / Lecco città
Giovedì 10 Aprile 2025
Disabilità e sedie a rotelle, innovazione firmata Lecco
Con la sua idea Giulia Vaccani ha vinto il premio “Women in action”: ha sviluppato il progetto AmicoWc, per aiutare chi si trova in carrozzina
Lecco
Andare in bagno? Una banalità. Ma non per tutti. Non per chi, disabile, costretto in sedia a rotelle, è costretto a vere e proprie acrobazie e il tutto, oltre alla fatica, per riuscire a utilizzare un wc spesso, se pubblico, sporco e al limite dell’impraticabilità. Eppure una lecchese, Giulia Vaccani, e suo padre, Lucio, hanno trovato la soluzione a questo problema con un apparato, chiamato AmicoWc.
Quel che non sono cambiate sono le esigenze che hanno portato a questo sistema: «Mio figlio Stefano – ci spiega Lucio Vaccani - nel 2017 è stato costretto temporaneamente su una sedia a rotelle. Mia figlia Giulia aveva 17 anni, ed è rimasta colpita dal racconto di Stefano che la spiegava come, per un invalido, anche l’accesso al Wc fosse problematico. A maggior ragione per i paraplegici che vivono questa difficoltà per tutto il resto della loro vita. Oggi i paraplegici per servirsi di un Wc, cosa che devono fare tutti i giorni più volte al giorno, devono effettuare il trasferimento dalla sedia a rotelle al Wc stesso, un’operazione tutt’altro che semplice. Inoltre, toccare la tavoletta con le mani, con le natiche e le cosce, espone il paraplegico (soprattutto le donne, n.d.r.) al probabile contatto con sporco, germi e batteri. Con l’invecchiamento questo approccio, che necessita di un certo sforzo sulle braccia in precarie condizioni di equilibrio, diventa sempre più difficile e pericoloso».
E così, qualche anno dopo, a vent’anni, sua figlia ha immaginato una soluzione in grado di permettere ai paraplegici di potersi servire di un apparato sostitutivo del Wc in modo semplice e sicuro e con rigorose garanzie igieniche ed ecologiche. La sua invenzione, che si basa su un Wc che non ha bisogno di allacciamenti con la rete fognaria, né d’acqua, né di altri apparati se non quello elettrico, in pratica “insacchetta” in buste di plastica biodegradabili le deiezioni umane e, senza contatto alcuno con chi le ha prodotte, fa sì che possano essere buttate via senza sprecare acqua dello sciacquone (12/15 litri di ottima acqua potabile che generano una quantità analoga di reflui), senza generare la necessità di fognature e tanto meno di depurazione.
Senza parlare dell’assoluta mancanza di odori (viene tutto sigillato in pochi attimi), e sporco (scopini, asse da pulire, e via dicendo). Eppure questa idea non ha ancora trovato finanziatori. Ha trovato l’appoggio di una società di ingegneria che l’ha definita assolutamente fattibile, brillantemente ecologica e “smart”, con tanto di certificazione (senza aver pagato questa ditta per produrla).
E lo stesso ha fatto il presidente nazionale della Faip Onlus (Federazione delle Associazioni Italiane Paraplegici) Vincenzo Falabella, che ha inviato a Giulia Vaccani una manifestazione d’Interesse in cui dichiarava espressamente che tale apparato avrebbe migliorato la qualità della vita delle persone affette da lesione del midollo spinale. Tanto da dichiarare di voler essere coinvolto nella fase progettuale per verificarne la funzionalità ed eventualmente proporre modifiche.
Il brevetto è del 2022 e nel 2023 Giulia Vaccani partecipò al programma Women in Action vincendolo (a questo programma partecipavano 118 tra start up e imprenditrici navigate). Insomma, il progetto c’è, è serio e migliorerebbe la vita di tante persone. Ma finora non ci sono state industrie che si siano arrischiate a produrlo.
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