Decreto sui frontalieri: i sindacati approvano la compensazione

E’ stata accolta con favore dalle rappresentanze sindacali dei frontalieri di Cgil, Cisl e Uil, la notizia della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il 9 agosto scorso, del decreto legge che introduce la compensazione fiscale per quei lavoratori penalizzati dall’entrata in vigore del nuovo accordo italo-svizzera in tema di fiscalità, adottato il 30 giugno dello scorso anno, in vigore dal 17 luglio successivo, e che, di fatto, ha trovato applicazione dal 1° gennaio scorso. Con una stortura, però, in sede di pratica applicazione, perché tutti coloro che lavorano in Ticino, anche se da anni, vengono trattati dal governo di Bellinzona come nuovi frontalieri, e quindi tenuti alla doppia tassazione, più pesante rispetto a quella di sempre, anche se lavorano da anni in Svizzera, da ben prima del 17 luglio 2023.

E questo per il fatto che il Ticino considera frontalieri solo i coloro che risiedono nei Comuni entro i 20 chilometri dal confine, ma frontali al proprio Cantone, e non rientrano, quindi, in questa fattispecie coloro che provengono dalla provincia di Sondrio, e che sono ben 600. Aspetto sanato “in house”, senza coinvolgere la Svizzera, dal Ministero dell’Economia e finanza che, il 23 luglio scorso, ha convocato a Roma i rappresentanti sindacali per condividere la decisione di introdurre una tassazione ad hoc per i frontalieri vecchi trattati come nuovi in modo da evitare di sottoporli ad un aggravio fiscale. Pagheranno il corrispettivo delle tasse che hanno sempre pagato prima anche se le verseranno sia in Italia sia in Svizzera.

Ebbene, si attendeva la pratica applicazione di questa misura, che è arrivata. «Il Governo ha scelto la strada del decreto legge anziché quella molto più lunga del disegno di legge e questo è positivo – dice Marco Contessa, della Cisl Frontalieri – e quanto ha previsto nello stesso è perfettamente in linea con quanto discusso nella riunione del 23 luglio. Ora il decreto dovrà essere trasformato in legge entro 60 giorni, ma dovrebbe trattarsi di una formalità». Soddisfatta, quindi, la Cisl, così come Raimondo Pancrazio della Uil Frontalieri e Giuseppe Augurusa, della Cgil Frontalieri. Anche se, come noto, restano aperti ancora dei nodi che occorre sciogliere sul capitolo frontalierato. «Ci aspettiamo maggiore attenzione anche dal Ministero del Lavoro perché convochi il tavolo interministeriale che attendiamo da mesi – dice Augurusa -, e restano aperte altre questioni, in primis il capitolo tassa sulla salute, che continuiamo a non condividere, il discorso assegno unico dei frontalieri e quello sullo statuto dei lavoratori che deve essere affrontato in una sede propria». Positivo, comunque, il fatto che il cerchio si stia ormai chiudendo sulla pratica applicazione del nuovo accordo fiscale che stava preoccupando a dismisura una buona fetta di frontalieri della nostra provincia.

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