Cronaca / Lecco città
Domenica 28 Agosto 2016
«Dalle macerie estratti
solo tanti morti»
I testimoni lecchesi Sono rientrati a Pescate i 5 uomini del Soccorso alpino impegnati nei paesi colpiti dal sisma. Il dottor Milani: «Abbiamo operato ad Amatrice, siamo arrivati giovedì pomeriggio. Ma non c’erano più speranze»
Cinque uomini del Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana hanno lavorato incessantemente in questi terribili giorni ad Amatrice tra le macerie delle case e dell’albergo Roma. Con la loro professionalità ma anche con tanto coraggio e sensibilità non hanno mai smesso di dare il loro contributo nella squadra composta da 26 soccorritori che dalla Lombardia ha raggiunto le zone terremotate: sono arrivati giovedì pomeriggio, quando la possibilità ritrovare sopravvissuti era già altamente remota.
«È così - racconta il dottor Mario Milani, anatomopatologo dell’ospedale Manzoni di Lecco e responsabile medico del Soccorso alpino nazionale - Molte case di Amatrice mi hanno ricordato le nostre vecchie baite, costruite una pietra sopra l’altra e che sono crollate sulle persone che dormivano all’interno, senza lasciare spazi. È franato tutto addosso e il numero delle vittime, rispetto a quello dei feriti, è stato superiore proprio per questo motivo».
Milani, con un altro medico e tre tecnici lecchesi, ha raggiunto Amatrice dopo un lungo viaggio ma si è messo subito al lavoro: «Dalle macerie abbiamo potuto estrarre solo corpi senza vita, i soccorritori che sono intervenuti nella nottata e nella giornata di mercoledì hanno potuto fare qualcosa per i sopravvissuti. La nostra è stata un’opera molto delicata in un ambiente rischioso, perché le scosse erano continue. Quando arrivavi sulle macerie di una casa vedevi oggetti comuni, giocattoli e immaginavi come potesse essere la vita in quell’appartamento: ognuno di noi reagiva con il proprio vissuto, con la propria professionalità ed essere un medico mi ha sicuramente aiutato a superare momenti difficili. Però l’esperienza è stata molto forte, sono tre giorni che non dormo. Ho visto soccorritori alla loro prima vera emergenza, erano comprensibilmente molto provati».
Le aree d’intervento
Il Soccorso alpino lombardo ha operato nella zona di Amatrice. Le prime due unità cinofile, specializzate nella ricerca di dispersi sotto le macerie, sono partite da Caiolo (Sondrio) a poche ore dal sisma, mercoledì, portate a destinazione dall’elicottero di Areu. A seguire, giovedì, le cinque Delegazioni del Soccorso Alpino Lombardo (XIX Lariana, V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina - Valchiavenna, IX Speleologica) hanno inviato altri 26 soccorritori per supportare le operazioni di ricerca dispersi: medici, infermieri, operatori e tecnici di soccorso alpino, tecnici di soccorso speleologico, tecnici esperti in operazioni di disostruzione, tecnici di elisoccorso, direttori delle operazioni di soccorso e coordinatori di ricerca.
Il primo e il secondo giorno le attività si sono concentrate nel centro storico di Amatrice, dove si è proceduto, con il supporto delle unità cinofile, alla ricerca e al recupero di feriti e persone decedute. Venerdì, l’area d’azione si è allargata alle numerose frazioni di Amatrice, situate in prevalenza in zone montuose difficili da raggiungere via terra attraverso una rete viaria compromessa dal sisma. I tecnici del Soccorso Alpino, con l’ausilio degli elicotteri del Corpo Forestale dello Stato, hanno perlustrato 38 borghi per verificare lo stato dei luoghi e censire la popolazione residente. In tali operazioni hanno anche distribuito medicinali, beni di prima necessità e assistenza sanitaria, riportando i dettagli delle ricognizioni alla struttura nazionale di protezione civile.
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