Cronaca / Lecco città
Mercoledì 22 Giugno 2016
Dalla Brianza al mondo
Un libro ricorda Corno
Il fondatore del Cis di Valmadrera aveva un grande intuito economioco
«E’ fondamentale saper fare, questo è un dato di partenza basilare, ma bisogna anche saper sognare, avere la sana presunzione di andare oltre i propri confini, imparare a ragionare su scala mondiale».
Questo ci aveva detto Giacomo Corno nel febbraio del 2014 e credo che questa osservazione sintetizzi molto bene il suo pensiero: per lui era fondamentale trasformare anche i sogni in atti concreti. A questa figura di grande uomo e di professionista tenace e lungimirante è dedicato il volume di Stella Casiraghi intitolato “L’uomo al centro dell’impresa. Giacomo Corno dalla Brianza al mondo” (Guerini e Associati).
Commercialista noto in tutta Italia e dalle salde conoscenze internazionali, Giacomo Corno era noto nel Lecchese per il CIS, il Centro Studi d’Impresa, che aveva fondato nel 1984 in una villa a Valmadrera.
«In questa sede – scrive Stella Casiraghi – si propone di affrontare con lungimiranza le problematiche più rilevanti del mondo dell’impresa e dell’economia allo scopo di favorirne lo sviluppo. Per lui lo Studio Corno rappresentava il luogo delle scadenze, il CIS invece il sogno di un “pensatoio” dove poter sviluppare iniziative e proposte per approfondire le linee di azione e comportamento che riteneva utili per maturare la personalità di un vero pensatore».
Per Giacomo Corno un imprenditore doveva ovviamente saper fare il suo mestiere ma anche pensare per anticipare quei cambiamenti da cui non doveva farsi trovare impreparato. Al centro di ogni impresa c’era, insomma, un uomo che, proprio come tale, doveva crescere insieme alla sua azienda. «Sono un commercialista – ha scritto lo stesso Giacomo Corno – ma preferisco definirmi un aziendalista poiché ho sempre voluto svolgere la mia professione nelle aziende a contatto con gli imprenditori. Io credo nell’uomo che conosce l’impresa a 360 gradi, studia continuamente, sviluppando la creatività per sé e il suo lavoro e opera nel campo del non profit per migliorare le condizioni umane e dell’ambiente». Propositi che nella sua vita Giacomo Corno fece propri come appare chiaramente dalle parole di don Antonio Mazzi, che firma l’introduzione al volume: «Non ricordo nemmeno come l’abbia incontrato e come sia nata una amicizia profonda, fatta di pochi gesti, di attività, come l’associazione per le adozioni, la formazione di dirigenti e dei genitori, le famose (per me) Messe natalizie nel suo Centro Studi d’Impresa e qualche cena insieme. Quello che spiega molto, se non tutto, sono le nostre due personalità impossibili, patriarcali e infantili, raramente dolci e quasi sempre ingrippate, profondamente umane e talvolta selvatiche e inutilmente aggressive».
Giacomo Corno fu un uomo complesso ma sempre rivolto al futuro, insomma fu uno di quei personaggi capaci di morire giovani. Come lui stesso disse nel ricevere, nel 2013, la laurea honoris causa alla Plekhanov Russian University: «per me è stupendo avere 85 anni e frequentare ancora l’università, mi fa sentire molto giovane».
© RIPRODUZIONE RISERVATA