Cronaca / Lecco città
Mercoledì 27 Gennaio 2021
Confindustria Lecco
«Con Bergamo per pesare»
Gli imprenditori plaudono all’unione, Walter Fontana: «Andiamo a Roma a battere i pugni», Mario Goretti: «È necessaria una visione di sistema»
Il giorno dopo l’annuncio dell’alleanza fra Confindustria Lecco-Sondrio e Confindustria Bergamo per arrivare nel 2022 alla fusione, imprenditori lecchesi che hanno contribuito al dibattito spiegano ragioni e obiettivi dell’aggregazione e raccontano perché Confindustria Como non ne fa (o non ne fa ancora) ancora parte.
Walter Fontana, presidente dell’omonimo gruppo di Calolzio: «Fin dal primo incontro a cui sono stato invitato a partecipare, nel settembre scorso, dal presidente di Confindustria Lecco-Sondrio, Lorenzo Riva, ho detto che la cosa positiva delle aggregazioni è aumentare il peso della delegazione che si pone verso Roma, quindi sia verso Confindustria nazionale sia verso il Governo, e non quello di far campare le strutture esistenti su ottimizzazioni a scapito magari dei servizi».
Fontana, che guida un gruppo con oltre 1.200 dipendenti, insiste sul concetto di maggior peso specifico: «Abbiamo bisogno di mandare a Roma gente diversa da quella che ci è andata fino ad oggi, e io mi sono reso disponibile ad andarci. Sono stanco di subire: a parlare col Governo non ci vadano le educande bensì imprenditori che, se serve, battano pugni sul tavolo, visto che chi ci governa non ha la minima idea dei problemi delle imprese e dei lavoratori, stando al modo in cui legifera. Qualche mese fa, mi chiedevo se per me avesse ancora senso stare in Confindustria. Di fronte a questo nuovo progetto dico di sì: mi auguro che si concluda la fusione fra Lecco-Sondrio e Bergamo, e anche oltre, e intendo Brescia, per essere verso il Governo interlocutori ancora più forti della politica regionale». Brescia e non Como? «Dico solo – risponde Fontana – che quando si progetta di unirsi non bisogna porre subito il paletto su chi comanda, cosa che è segno di debolezza e di mancanza di cultura dell’aggregazione. Detto ciò, l’ideale sarebbe che nella fusione entrasse anche Como».
Riccardo Riva, come Fontana nel consiglio generale dell’associazione lecchese, ricorda come in Confindustria Lecco-Sondrio da tempo «c’era esigenza di contare di più dove si deve contare». E il nuovo accordo con Bergamo «è il primo dei tanti passi da compiere prima di arrivare a una fusione». Riva sottolinea che ad unirsi sarebbero Confindustria Bergamo, «realtà di assoluta importanza con temi di comune interesse» e Lecco-Sondrio, «associazione estremamente forte, con situazione patrimoniale e finanziaria invidiabile». Nessuna antitesi, sottolinea, con Como «con cui però – afferma Riva – ad oggi non c’è stata una chiusura del cerchio. Se entrasse anche Como lo scopo di contare di più sarebbe rafforzato».
E a chi pensa che una fusione comporti in parte cessione di territorialità Mario Goretti, ad di Agomir Spa e componente di Confindustria Servizi, nel prendere parte alla discussione interna ha ricordato che «le identità si costruiscono sul campo. Oggi – ci spiega – la necessità è quella di coprire al massimo il territorio, essere più incisivi nelle votazioni associative nazionali e favorire logiche e progetti che portino strade, infrastrutture e obiettivi concreti. Per le Olimpiadi del 2026 dobbiamo essere pronti e protagonisti e lo dobbiamo fare in una visione di sistema».
«Abbiamo intrapreso una strada complessa, per Lecco già vissuta con successo e soddisfazione da parte delle imprese nell’aggregazione con Sondrio. Ora mi auguro che nel progetto con Bergamo entri anche Como, con cui il dialogo era avviato». Sergio Arcioni, presidente di Tsa e presidente dei tessili di Confindustria Lecco-Sondrio, condivide la linea comune ma da imprenditore tessile avrebbe preferito, per affinità produttiva, la fusione con Como: «Tuttavia, è tempo di togliersi le casacche personali. Dobbiamo seguire gli interessi comuni ma in queste ultime settimane Como non era così determinata a una fusione. Tuttavia, mai dire mai, l’ingresso di Como è ancora possibile».
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