Cronaca / Lecco città
Domenica 11 Ottobre 2015
Confartigianato Lecco
Da 70 anni dentro le botteghe
L’ex presidente Arnaldo Redaelli ripercorre i cambiamenti avvenuti nell’associazione: «Dagli anni d’oro alla richiesta di credito e formazione»
Nella settimana di celebrazioni, che si chiude oggi al Teatro della Società di Lecco, del loro 70mo anniversario, gli artigiani di Confartigianato Imprese Lecco segnano una tappa particolarmente significativa della loro presenza sul territorio.
L’associazione, così come le aziende, negli anni è cambiata parecchio «senza mai perdere – per dirla con un iscritto di lungo corso come il past president Arnaldo Redaelli – nulla della propria identità e della capacità di integrarsi coi bisogni delle proprie imprese».
Redaelli è un testimone notevole, prima da associato semplice e poi da uomo di sistema, della trasformazione affrontata dall’associazione.
La sua azienda di costruzioni (settore che Redaelli rappresenta anche come presidente dell’edilizia in Confartigianato nazionale) è iscritta a Lecco da mezzo secolo e Redaelli ci spiega che nei suoi primi anni di frequentazione di Confartigianato, da associato semplice per utilizzarne i servizi, vedeva l’associazione «come riferimento in cui riporre richieste – afferma – in quei momenti di maggior bisogno in cui ti accorgi che da piccolo imprenditore non riesci a risolvere le cose da solo. E in associazione – aggiunge – ho sempre trovato risposte adeguate alla misura di ciò che chiedevo».
Redaelli è stato presidente a Lecco nei 9 anni dal 2002 al 2010, ma prima è stato vicepresidente vicario dal 2008 al 2002. I suoi primi passi nella gestione della macchina associativa erano iniziati ancora prima, fra il 1996 e il 1997. «Negli anni in cui c’era tranquillità economica – spiega l’imprenditore -, quando c’era lavoro per tutti, in associazione la discussione sulla necessità di creare nuove strategie di aiuto alle aziende era contenuta, non c’era richiesta. Ma già nei momenti pre crisi, nel 2005-2006, l’aria cambiava e l’associazione si è mostrata pronta a un proprio cambiamento».
La prima reazione, aggiunge Redaelli, è arrivata con l’intensificarsi del ruolo della cooperativa per l credito, in cui, sottolinea, «le aziende si sentivano protette e anche quando potevano farcela da sole nel finanziarsi preferivano comunque partecipare alla cooperativa.
A metà del suo mandato dunque cambiano i problemi e crescono le pressioni delle imprese alla ricerca di credito, di nuovi clienti all’estero, di formazione sul digitale, sulla promozione dei loro prodotti. Da tempo l’associazione non era più solo un posto dove andare per farsi fare le buste paga o un po’ di contabilità.
«Erano iniziati anni in cui le idee che si sviluppavano in associazione arrivavano da imprenditori che le portavano all’attenzione della dirigenza. Così sotto la mia presidenza era partito il servizio internazionalizzazione – ricorda Redaelli – con azioni strategiche sulla conoscenza dei mercati, ma abbiamo anche introdotto formazione sull’uso del pc, sul commercio elettronico. Ci ponevamo un problema di conoscenza dell’economia locale, per prevenire i bisogni, perciò – aggiunge – coi dirigenti avevamo avviato studi approfonditi sul territorio mettendo a confronto i dati con le economie delle altre province e regioni, volevamo capire quanto eravamo avanti o indietro rispetto ad altri. Ormai la Cina era entrata con forza nell’economia e dovevamo fare il possibile per consentire spazi anche alle nostre piccole imprese. Ora – aggiunge – questi sono tutti servizi che continuano e che l’associazione è impegnata a migliorare sempre più, con la dirigenza di oggi».
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