Cronaca / Lecco città
Venerdì 02 Febbraio 2018
Cocaina a Lecco
Lo spaccio parte dai clan albanesi
La Squadra Mobile ha sgominato la banda di pusher marocchini ma l’indagine prosegue
LECCO
La filiera della droga che ha inondato la città è stata ricostruita e in gran parte smantellata dagli agenti della Squadra Mobile di Lecco con un’operazione iniziata nel 2016.
Lecco era una delle piazze principali rifornite dai sette pusher marocchini che all’alba di martedì sono stati arrestati in provincia di Bergamo e che garantivano un flusso continuo di cocaina nella nostra città e in provincia. All’appello mancano ancora almeno tre elementi, due sarebbero fuggiti all’estero mentre un terzo è in Italia: in particolare intorno a quest’ultimo si starebbe chiudendo il cerchio degli agenti della Mobile di Lecco, coordinati dal dirigente Daniele Di Laura.
È stato lui stesso che, con l’ispettore capo Antonio Verbicaro, ha illustrato il prosieguo dell’operazione “Galleria” che aveva preso il via l’estate scorsa con l’arresto di Oscar Delle Vedove, 57 anni, titolare del bar Galleria in via Carlo Cattaneo.
La piramide della droga
Era questo, secondo gli inquirenti, uno dei punti di spaccio riforniti dalla banda di pusher marocchini finita in manette, l’anello intermedio nella piramide dello spaccio. Le indagini, infatti, sono ancora in corso per cercare di risalire alla sommità, ai quei clan albanesi che dal Bresciano smistano in tutto il nord Italia i flussi della cocaina.
È questa la delicata attività d’indagine che, per ora, ha portato a disarticolare i due anelli finali: i pusher marocchini che portano la droga e uno dei gestori della piazza di Lecco. Per farlo gli inquirenti hanno anche sentito un centinaio di confidenti (sarebbero almeno duemila i consumatori tra Lecchese e Bergamasco) che hanno fornito informazioni preziose. Da agosto a gennaio gli inquirenti hanno sequestrato altri 450 grammi di cocaina. Un particolare di non poco conto è stato anche che l’indagine si è occupata quasi esclusivamente di cocaina.
La rotta della polvere bianca
La rotta della polvere bianca è sicuramente più difficile da tracciare a ritroso prima che arrivi nel Bresciano, a disposizione dei clan Albanesi. I punti di approdo in Italia sono il porto di Gioia Tauro, piuttosto che la tratta dalla Puglia o gli altri due ingressi dall’estero sono il porto di Marsiglia e la Spagna. Il livello delle indagini in questo settore sale e si fa ancora più delicato e rischioso.
Attualmente si sta concludendo il lavoro per garantire alla giustizia il secondo livello, quello dei pusher marocchini. Da segnalare che dei sette finiti in manette, due sono donne: si tratta di conviventi. Una di queste martedì mattina ha cercato disperatamente di aiutare il suo compagno gettando dalla finestra la sostanza stupefacente mentre gli agenti stavano effettuando il loro blitz ma è stata comunque intercettata e arrestata.
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