Cronaca / Lecco città
Giovedì 24 Settembre 2020
“Civiche” superstar
Da sole conquistano
il 50% dei cittadini
Il caso Lecco Ideale, Fattore Lecco e Lecco Merita di più hanno convinto soprattutto l’elettorato dei moderati
Incredibili, clamorose, straordinarie. Non ci sono aggettivi per definire le performance delle liste civiche. Tra loro, in particolare, le due dei candidati (Lecco Ideale per Peppino Ciresa e Fattore Lecco per Mauro Gattinoni, entrambe al 12%) e Lecco Merita di Più, che supera la Lega e conquista con il 14% la palma inattesa di primo partito di coalizione.
Tra i partiti di maggioranza relativa (Pd e Lega soprattutto), il termine che corre è “cannibalizzazione”. Ma spiega poco, anzi nulla, del potenziale di due o tre liste che hanno giocato tutte le fiches sull’elettorato moderato, sulle professioni, su elementi che
Filippo Boscagli stesso definisce “portatori di credibilità e preferenze” e “campagne elettorali a tutto campo in città”.
Successo bipartisan
È vero, in effetti. La sensazione è che siano state soprattutto le liste cosiddette minori ad aver preso per mano i rispettivi candidati, molto più dei partiti che aspiravano alla maggioranza relativa in città. E allora, forse, lo si può dire anche da osservatori neutrali e tenendo alta la bandiera del bipartisan: si sono meritate tutto il successo che hanno collezionato, dando vita ad eventi, a gazebo, a proposte, a una carica civica e politica superiore ai partiti tradizionali.
Il risultato? Oggi le liste civiche (Lecco Merita, per carità, porta il simbolo di Forza Italia per adesione regionale, ma ha una genesi tutto sommato apolitica) valgono da sole quasi il 50% della torta. Un risultato pazzesco, che non può non essere approfonditamente commentato.
«Fattore Lecco è un vestito cucito addosso alla città – sono le parole della coordinatrice Alessandra Durante - ha avuto la capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini. Guidati da un leader come Mauro Gattinoni, abbiamo saputo intercettare le problematiche della città, dei rioni, lontani dalle logiche dei partiti nazionali, dare risposte concrete alle richieste della città. Ci riteniamo la novità della campagna elettorale, il che dimostra che Lecco cercava un cambio di passo, e Fattore Lecco e Mauro lo rappresentano. La responsabilità che sentiamo ora è la bellezza di avere idee, progetti, proposte che la città ha apprezzato. Ora si tratta di metterli in pratica con tempi certi, con la nostra concretezza e rispondere alle esigenze. Le liste civiche sono sempre espressione di un orientamento politico, ci sono valori che le guidano e in questi valori i cittadini si sono riconosciuti».
Oltre le aspettative
Non nasconde la sua gioia Filippo Boscagli di Lecco Ideale: «Sono davvero felice. Lo speravo, ma non lo immaginavo fino a questo punto. L’idea di essere lì a ridosso dei primi due partiti della coalizione è “tantissima roba”, scusate il volgarismo. Siamo stati serbatoi dei delusi dai partiti? Sì, ma è una proposta che comunque devi offrire con gente sana e votabile. Rispetto ai partiti le civiche credo che nascano e vivano di preferenze. Sono contenitori credibili per portare avanti la candidatura amministrativa delle persone. È un bel segnale, anche per chi aveva strani timori di derive lecchesi non moderata; al contario, l’area amministrativa moderata lecchese ha una sua rappresentatività importante. Simmetrie col centrosinistra? Le liste del candidato si sono fatte il mazzo, se posso dirlo, di qua e di là. Loro forse sono stati più scenografici, noi più pragmatici, ma avete presente quanti gazebo e quanti contenuti abbiamo prodotto?».
Infine, come detto, il grande sorpasso. Lecco Merita di Più chiude davanti alla Lega, un risultato che tra i moderati di centrodestra era atteso da almeno un decennio, ossia dai tempi del disciolto Pdl. C’è voluta un’esperienza anomala, mezza civica e mezza partitica, con il simbolino di Forza Italia affisso sul logo di uno slogan che risaliva ad un anno prima e ad un gruppo di lavoro civico e apartitico. Predica però calma Beppe Mambretti, coordinatore della lista. «Non ci vogliamo occupare di rivendicare una primogenitura nella coalizione. Semplicemente facciamo nostro l’obiettivo chiesto da anni da parte della città di un cambiamento di rotta. Non mi sento vincitore, lo sono come noi anche gli amici di Fratelli d’Italia passati dal 2,5% al 9%. Ritengo casomai di aver fatto un lavoro più lungo degli altri attori in campo, ma siamo tutti praticamente alla pari e non mi sento il primo di nessuno».
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