Civate, il Comune compra Villa Sacro Cuore. Diventerà un polo multifunzionale

Il Comune compra Villa Sacro Cuore, andata all’asta: il prezzo, stavolta, era stracciato e l’amministrazione ha deciso di fare valere il diritto di prelazione. Secondo il sindaco Angelo Isella ”l’edificio, che oggi versa in uno stato di abbandono, è strategico allo scopo sia di rigenerare urbanisticamente un luogo centralissimo del paese, sia di dotarlo di innovativi servizi». Il pacchetto sarà una «funzione mista: di tipo sociale e di accoglienza, culturale e turistica; dunque, un polo di “Senior housing”, con centro diurno per il ritrovo degli anziani e di residenza per coloro che non necessitano del ricovero in casa di riposo: inoltre, potrà essere destinato in parte anche a persone con fragilità, ma giovani e, dall’altro, però anche a studenti fuori sede, in particolare del Politecnico di Lecco e altre utenze generate da ulteriori elementi di richiamo presenti sul territorio. Il modello abitativo sarà principalmente la “solidarietà di vicinato”, che già si sta sperimentando nelle grandi città.

Questa intenzione - precisa Isella - era già contenuta nel Dup, il documento programmatico per eccellenza dell’amministrazione locale». Ora, potrà diventare realtà. L’ultima asta di Villa Sacro Cuore è avvenuta con un prezzo a base d’asta di 151.697 euro, ma con offerte efficaci già a partire da 113.772; l’immobile è sottoposto alla tutela dei Beni culturali, pertanto il decreto di trasferimento, che sarebbe stato emesso a seguito dell’aggiudicazione, doveva poi essere sottoposto a sospensiva, proprio secondo il Codice dei Beni culturali. Anzi, il Comune di Civate ha fatto anche un’offerta, di 116.772, ma c’è stato chi ha offerto di più, cioè l’impresa individuale “Albeuropa”: 120.000 euro - tuttavia, all’atto pratico - inutilmente, in quanto il Comune cala il proprio asso pigliatutto: il decreto è stato sottoposto a condizione sospensiva e l’amministrazione ha avanzato la richiesta di esercitare la prelazione. È l’unico ente ad averlo fatto, tra quelli che - come la Soprintendenza stessa ai Beni culturali - avrebbero potuto fare. Dunque, la strada sembra ormai spianata.

«La finalità dell’acquisto - ribadisce l’amministrazione - è l’interesse pubblico; il prezzo di 120.000 euro trova copertura nel bilancio». Poi, naturalmente, si tratterà di reperire i finanziamenti per la ristrutturazione: Civate ambisce a fondi come quelli già individuati per Valmadrera e Oggiono dove - con un accordo di Ambito territoriale - nel primo caso sta avvenendo la riqualificazione di edifici pubblici in vicolo Giusti e, nel secondo, si metterà mano all’ex ospedale. A Civate le «funzioni multiple garantiranno altresì l’equilibrio gestionale: ci saranno le entrate da parte degli ospiti e, inoltre, il Comune - fa sapere - punterà sulla gestione con soggetti del Terzo settore (che a loro volta possono concorrere a bandi specifici, per esempio delle Fondazioni, a loro dedicati). Per quanto riguarda i costi di ristrutturazione, da parte nostra si intende concorrere ai bandi europei, nazionali e regionali secondo la filiera istituzionale, col supporto del Politecnico di Milano».

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