
Cronaca / Lecco città
Sabato 12 Aprile 2025
Cave a Lecco, è in crescita il materiale scavato
Nel 2024 sono stati estratti 279.179 metri cubi contro i 247.734 metri cubi scavati nel 2023. Attualmente sono attive due cave, entrambe situate nell’area del monte Magnodeno
Lecco
È in crescita il volume del materiale scavato nelle cave lecchesi. Nel 2024 sono stati estratti 279.179 metri cubi contro i 247.734 metri cubi scavati nel 2023. Ciò ha determinato una crescita dei diritti di escavazione incassati dalle autorità locali, passati da 121.389 euro per il 2023 a 156.340 euro per il 2024. L’84% di questo importo, ossia 131.325 euro, viene versato al comune, il 14% è incassato dalla Provincia e il 2% spetta alla Regione.
Nel dettaglio, attualmente a Lecco sono attive due cave, entrambe situate nell’area del monte Magnodeno e tese all’estrazione del calcare. Nella “vaiolo bassa”, gestita dalla Fassa srl, lo scorso anno sono stati scavati 19.550 metri cubi, meno della metà dei 43.236 metri cubi estratti nel 2023. Di contro, nella “vaiolo alta”, in cui opera la Unicalce spa, la quantità di materiale scavato nel 2024 è stata pari a 259.629 metri cubi, in netta crescita rispetto ai 204.498 metri cubi dell’anno precedente.
Nell’elenco pubblicato sull’albo pretorio del comune compare anche la terza cava situata sul monte Magnodeno, ovvero la “Cornello”, che però negli ultimi due anni non ha registrato alcuna attività. Benché accantonato da un po’ di tempo, quello delle cave rimane sempre una delle questioni aperte più delicate in città quando si parla di ambiente. Tra 2021 e 2022 si era sviluppato un intenso dibattito pubblico intorno soprattutto al futuro della cava “vaiolo alta”. In particolare, nel maggio 2021 la conferenza dei servizi aveva autorizzato Unicalce ad estrarre, a partire dal 2024 e fino al 2034, ulteriori 2milioni 791mila metri cubi di materiale.
Questa concessione fu poi articolata nella convenzione firmata tra Palazzo Bovara e la società a fine 2022. Nel dettaglio, la società potrà scavare fino al 2032 mentre gli ultimi due anni dell’accordo dovranno essere dedicati al recupero ambientale. Quest’ultimo, inoltre, avverrà attraverso il rimodellamento morfologico del fronte estrattivo esaurito, con l’abbattimento dei gradoni, a cui seguirà la ripiantumazione del 90% dell’area. Al termine della convenzione, fissato nel 2034, il comune potrà decidere di acquisire la zona per poi destinarla ad uso pubblico.
In base all’accordo firmato a fine 2022, inoltre, tra gli impegni a carico della società figuravano la manutenzione delle vasche di laminazione lungo il torrente Tuff, la pulizia della fognatura nel tratto tra via Fornaci, corso Carlo Alberto fino al valletto Olasca e la manutenzione dell’alveo intubato dal valletto Olasca alla confluenza con il torrente Bione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA