Catenelle e ramponcini, i consigli del Cai

Le raccomandazioni dell’Osservatorio nazionale incidenti in montagna, promosso dal Club alpino italiano, a seguito di alcuni incidenti mortali avvenuti nelle ultime settimane

Utilizzo corretto delle “catenelle” o ramponcini sui terreni innevati ripidi: ecco le raccomandazioni dell’Osservatorio nazionale incidenti in montagna, promosso dal Club alpino italiano, a seguito di alcuni incidenti mortali avvenuti nelle ultime settimane.

«L’Osservatorio nazionale incidenti in montagna raccomanda, a chiunque utilizza “catenelle” o “ramponcini”, di attenersi scrupolosamente alle limitazioni di impiego indicate dal costruttore del dispositivo, prestando attenzione anche negli apparentamente semplici attraversamenti di nevai e accumuli di neve - afferma il coordinatore Alberto Pirovano -. Questa raccomandazione è espressa nell’interesse dell’incolumità personale dei praticanti e per alleviare lo sforzo degli operatori addetti al soccorso d’emergenza».

Prima di tutto, si legge nelle raccomandazioni, è importante ribadire che i ramponcini devono essere impiegati con limitazioni rispetto ai terreni ripidi e quindi solo su pendii con inclinazioni inferiori a quanto indicato nel manuale di istruzione del costruttore (generalmente meno di 20°, ovvero meno del 35% di pendenza), e comunque non oltre inclinazioni modeste (meno di 22°-27°, ovvero inferiori al 40%-50% di pendenza), il tutto ovviamente in proporzione all’abilità individuale. Allo stesso tempo, è necessario utilizzare i ramponcini solo su pendii in cui sia possibile l’arresto in caso di scivolata, in funzione della conformazione del terreno. Tutte queste limitazioni devono essere prese in considerazione, proprio perchè i ramponcini sono caratterizzati da una serie di specificità: minima sporgenza delle punte, moderata adesione torsionale e bassa adattabilità alla taglia della calzatura.

Per quanto riguarda l’Osservatorio, si tratta di un’iniziativa promossa e finanziata dal Cai con il supporto dei fondi del Ministero del Turismo. Raccoglie ed analizza i dati degli incidenti in montagna, evidenziando correlazioni e nessi di causalità ricorrenti. Composto da un gruppo multidisciplinare di esperti chiamati a studiare le caratteristiche degli incidenti per restituire indicazioni e raccomandazioni di prevenzione, oltre che per supportare l’attività di indagine degli organi preposti, opera in collaborazione con diversi enti, forze di polizia, Istituti universitari e associazioni. L’Osservatorio è quindi una struttura altamente tecnica e scientifica che si pone l’obiettivo strategico di ridurre l’accidentalità, fornendo elementi di conoscenza scientificamente validati ai decisori e agli educatori.

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