Cronaca / Lecco città
Giovedì 19 Marzo 2020
Caso all’Airoldi e Muzzi
Venti ospiti in quarantena
Germanedo Sono in buona salute ma restano monitorati nel loro reparto
Nella struttura ci sono 350 anziani e altrettanti operatori che li accudiscono
Caso di coronavirus agli istituti Airoldi e Muzzi di Lecco. A renderlo noto è la stessa direzione della residenza sanitaria cittadina: «Nel pomeriggio di venerdì 13 marzo un nostro ospite, che si trovava in ospedale per un trattamento sanitario di routine, è stato trattenuto per accertamenti a seguito di un rialzo febbrile. Sottoposto a un primo tampone è risultato debolmente positivo. Nella giornata di martedì un secondo tampone ha confermato la positività».
Le contromisure
Immediate le misure messa in atto, già da domenica, dalla direzione sanitaria per isolare il reparto degli istituti in cui abita la persona risultata affetta da coronavirus. Ai 20 ospiti che vivono nello stesso nucleo viene costantemente monitorata la temperatura, anche se sono in apparente buona salute e viene loro vietato di lasciare il reparto. Al piano accedono ora solo gli operatori dotati degli opportuni dispositivi di sicurezza personale e solamente per garantire le operazioni assistenziali e sanitarie Inoltre vengono lasciati nelle proprie stanze tutti gli ospiti della struttura che presentano febbre o sintomi respiratori, limitando i contatti con le altre persone. Sono stati anche elevate ulteriormente le protezioni già in uso agli operatori.
«A oggi – rende noto l’Airoldi e Muzzi - le situazioni cliniche degli ospiti, compresa la persona ricoverata in ospedale, appaiono stabili. La direzione sanitaria è in costante contatto con l’Ats Brianza per la gestione della situazione di criticità e per mettere in atto gli eventuali ulteriori provvedimenti necessari».
I protocolli
Il livello di guardia nella residenza sanitaria assistenziale di Germanedo, che ospita 350 persone e in cui lavorano altrettanti lavoratori, era già stato alzato fin dal 23 febbraio: «In concomitanza con le prime indicazioni ricevute da Regione Lombardia per il contrasto della diffusione dell’epidemia di Covid-19 – spiega ancora la direzione - gli istituti hanno adottato tutte le disposizioni suggerite dalle autorità sanitarie competenti in merito alla limitazione degli accessi, al monitoraggio degli ospiti e alla tutela degli operatori. Lo stato di salute dei nostri ospiti, spesso caratterizzato da una serie di patologie pre-esistenti, e la loro età avanzata ci hanno portato ad affrontare con il massimo rigore la situazione». Restrizione che nei giorni seguenti, in applicazione dei decreti della presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno portato al totale blocco delle visite. Inoltre, la scelta fatta è stata quella di rinunciare al centinaio di volontari che prestano servizio nella struttura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA