Case Aler, stop ai lavori
e nuova beffa
Alloggi da sistemareDopo i problemi burocratici, la bolla edilizia: azienda lascia il cantiere per mancanza di operai
Prima le difficoltà dei Comuni a fare le ricognizioni abitative e a pubblicare i bandi, ora ad allungare i tempi dell’assegnazione degli alloggi popolari ci si mette anche la bolla edilizia.
Il boom di cantieri dovuto ai vari bonus, a partire dal 110%, il conseguente aumento delle materie prime e la richiesta di lavoratori sta mettendo in difficoltà non soltanto i privati, ma anche l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale impegnata in una serie di opere di ristrutturazione del proprio patrimonio volute per renderlo maggiormente idoneo alle nuove esigenze.
Le motivazioni
A lanciare il grido d’allarme è il presidente dell’Aler di Sondrio, Bergamo e Lecco, l’architetto Fabio Danesi, alla luce dell’ultimo caso che riguarda uno dei lotti dell’ampio progetto di sistemazione delle case popolari a Sondrio. Lunedì l’impresa della provincia di Perugia che si era aggiudicata i lavori a base d’asta di 318mila euro con un ribasso del 27,3% ha annunciato di dover rinunciare al cantiere per «sopravvenuti impegni organizzativi e imprevista riduzione del personale che hanno reso non sostenibile la pianificazione delle risorse per l’ottimale gestione della commessa».
L’Aler tratterrà 47mila euro di risarcimento danni e cercherà di affidare le opere alla seconda impresa in graduatoria, ma intanto i tempi per la sistemazione dei 15 alloggi che fanno parte del lotto d’intervento si allungano. E con essi la possibilità di assegnarli a chi ne ha fatto richiesta.
«Sono molto dispiaciuto - dice Danesi - perché imprevisti di questo genere che si stanno verificando purtroppo sempre più spesso incidono pesantemente sulla messa a disposizione degli alloggi. Non voglio trovare scuse, Aler si assume le proprie responsabilità, ma è difficile operare in questo mercato edilizio drogato. Fino a qualche mese fa avevamo personale in abbondanza per fare i lavori, adesso abbiamo prezzi aumentati a dismisura e carenza di lavoratori per i numerosissimi cantieri aperti. Tutto ciò provoca ritardi nelle consegne dei lavori».
Danesi si dice preoccupato per la situazione, che rischia di creare ancora maggiori difficoltà a chi già vive in condizioni precarie anche in considerazione del fatto che la pandemia ha accelerato e peggiorato alcune situazioni di crisi: «C’è una parte della società - dice - che sta soffrendo e che ha bisogno di risposte immediate».
Caso non isolato
Un caso, quello dei quindici alloggi di Sondrio, non isolato. «Anche a Bergamo abbiamo avuto un lotto saltato per la stessa ragione - aggiunge Danesi - e il timore è che questi casi possano ripetersi ancora».
Un problema non di poco conto. Perché se è vero che Aler ha un vantaggio economico incassando i soldi dovuti dall’impresa rinunciataria per il risarcimento danni, lo è altrettanto il fatto che si rischia di non trovare chi si prende carico dell’intervento.
«Ci auguriamo che l’impresa che ha diritto a subentrare in quanto seconda lo faccia - spiega il presidente dell’Aler -, ma c’è il rischio che a sua volta abbia assunto altri impegni e debba rinunciare. È evidente che in questo caso la situazione si complicherebbe ulteriormente, mentre le persone aspettano la ristrutturazione degli alloggi per vederseli assegnati». Un effetto domino preoccupante per l’Azienda, che in provincia di Sondrio conta 1.500 immobili di cui quasi la metà nel Sondriese, molti dei quali hanno necessità di essere ristrutturati prima di essere messi a disposizione dei richiedenti.
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