Cantieri e archeologia: quando le rovine bloccano i lavori

I lavori di posa delle tubazioni del teleriscaldamento fermati in via Resinelli a Lecco e poi rinviati per la scoperta della fiumicella del Gerenzone, risalente ai primi del ‘900. Quindi il cantiere “sbloccato” e i lavori che ripartono.

Non è la prima volta che dei lavori pubblici vengono interrotti perché si trova qualcosa sottoterra che può avere rilevanza storica. In realtà in tutti i lavori che riguardano il centro di Lecco la Soprintendenza manda un suo esperto, un archeologo, che possa monitorare quasi in tempo reale eventuali ritrovamenti. Il 12 marzo scorso è capitato vicino a Lecco, per il ritrovamento di ossa umane fuori dalla chiesa di Civate, negli scavi propedeutici alla posa dei tubi dell’acquedotto Brianteo. Lavori poi ripartiti a fine marzo.

Stessa cosa era avvenuta, praticamente negli stessi giorni, a Oliveto Lario: rinvenuti resti umani probabilmente risalenti a inumazioni del XIII o XIV secolo. Così pure era avvenuto nel 2022 durante gli scavi per la nuova scuola, a Casatenovo: erano emerse tracce del più antico popolamento del territorio che avevano portato a necessitare di assistenza “archeologica continua” poiché l’area interessata si trovava vicino a ritrovamenti di tombe avvenuti quasi due secoli fa.

E così capita sempre, tornando a Lecco, quando si lavora nei pressi del vallo delle mura, ovvero dell’antico borgo fortificato che cominciò a prendere forma nella sua veste moderna dal XIV secolo in poi. Il “fermo lavori” più importante fu quello che dovette attendere il cantiere di costruzione della Rsa Borsieri, nata sulle ceneri del vecchio cinema Europa di via San Nicolò, già cinema Impero (costruito nel 1964), inaugurata il 15 giugno del 2007. Negli anni precedenti il cantiere dovette fermarsi per mesi perché furono rinvenute mura antiche che collegavano la “cannoniera” (giustappunto posizionata nella zona di Largo Montenero, via Bovara e via Resinelli), alla “polveriera”, ovvero al campanile di Lecco. La polveriera altro non è che il basamento in pietra ancora riconoscibile del Matitone. Ecco, quel collegamento murario che portava attraverso via San Nicolò al campanile (eretto nel 1904), fu rinvenuto dopo la demolizione del cinema Europa (probabilmente nel 1964 manco fu data importanza a quel tratto di mura). I lavori furono sospesi e poi si decise di inglobare tratti di quelle mura nel parcheggio sotterraneo pubblico di via san Nicolò. Chi parcheggia sotto la Borsieri vede proprio le mura del vecchio borgo fortificato protette da strutture in cemento o da vetrate. Fu quello l’ultimo, più massiccio, cantiere fermato da un rinvenimento archeologico e poi sbloccato dopo aver deciso il da farsi. Ci si chiede, semmai, chi si ricordi di quelle mura e quale valorizzazione abbiano realmente avuto, da quel “fermo lavori” in poi. Chi posteggia, probabilmente, manco sa che quelle erano parte delle mura che difesero Lecco per secoli e vennero poi demilitarizzate dagli austriaci di Cecco Beppe (Franz Joseph) nel 1882.

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