Cronaca / Lecco città
Martedì 13 Settembre 2016
Camera commercio Monza
Il no dei sindacati a Milano
Se il ricorso di Cgil-Cisl e Uil sarà accolto, Lecco potrebbe tornare in gioco per un asse brianzolo
Il nuovo ricorso contro l’accorpamento della Camera di commercio di Monza con quelle di Milano e di Lodi annunciato ieri dai sindacati monzesi in conferenza stampa potrebbe aprire un nuovo scenario anche per Lecco. Che potrebbe puntare a costruire un asse con la Brianza, attraverso la fusione delle due Camere di commercio. Se il ricorso sarà accolto infatti si riapre la possibilità, a cui aspira la maggioranza delle forze economiche rappresentate nell’ente camerale lecchese, che Monza torni a riconsiderare la fusione con la Camera di Lecco, e magari anche con quella di Como, in una soluzione che andrebbe incontro alle esigenze di unità del Lario e di continuità del territorio produttivo.
Il ricorso, che sarà fisicamente depositato entro la fine del mese, contiene la richiesta di sospensiva con giudizio di merito sulle delibere approvate in merito all’accorpamento di Monza con Milano e Lodi e si basa su due questioni, una di metodo e una di merito.
«Sul metodo – spiega la segretaria generale della Cisl di Monza Brianza e Lecco, Rita Pavan – riteniamo che la scelta sia stata fatta in fretta e furia senza coinvolgere il territorio e senza aspettare che si delineasse un’ipotesi regionale sulle aree vaste, in cui la Camera di commercio avrebbe dovuto concorrere nella consultazione delle parti. Invece il presidente della Camera di Commercio ha deciso, senza considerare non solo il parere dei sindacati bensì nemmeno quello della Provincia, che con 55 sindaci chiedeva di attendere la decisione sulle aree vaste».
Nel merito i sindacati ritengono che la decisione di fondersi con Milano non garantisca che tutti i servizi camerali restino sul territorio locale.
Inoltre «abbiamo la ragionevole certezza – aggiunge Pavan – che il ricorso sarà accolto perché la delibera è stata decisa successivamente alla legge Del Rio del 2015 sui riassetti territoriali e noi, confortati dal parere del professor Bruno di Giacomo Russo, docente di diritto costituzionale all’università Bicocca, confidiamo sul fatto che in funzione del decreto del Governo in via di approvazione definitiva hanno senso solo le fusioni approvate prima della legge del Rio».
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