Cronaca / Lecco città
Venerdì 18 Dicembre 2015
«Camera di Commercio?
Meglio con Como e Monza»
Il presidente di Confartigianato Daniele Riva: «Nel 2016 la fusione fra la Camera di Lecco con quella di Como e di Monza sarà completato»
LECCO
Il punto sulla situazione della Camera di Commercio è stato fra quelli centrali della conferenza stampa di fine anno in Confartigianato.
«Noi – ha detto Riva – siamo molto impegnati a far valere la nostra Camera nel processo di aggregazione con altri enti. Quella di Lecco è una Camera piccola nei numeri ma molto performante su una serie di servizi, a partire dal sostegno all’export. Ci stiamo mettendo tutto il nostro impegno e nel 2016 ci sarà un soggetto nuovo che uscirà dagli accordi che stiamo cercando sul territorio».
Accordo che per Confartigianato, che sostiene la maggioranza del presidente Vico Valassi, guarda a un’alleanza con Como e Monza, mentre per la minoranza guidata dal presidente di Confindustria Giovanni Maggi a unirsi con Lecco devono essere Como e Sondrio.
«Sappiamo bene – ha detto Riva – che ci sono spinte verso altri lidi. In realtà, sembra che Sondrio intenda restare sola e, per il resto, noi guardiamo agli interessi delle nostre imprese e non a interessi interni spinti dall’alto».
Ora il dialogo con Como è in corso, mentre quello con Monza sembra in alto mare per divisioni interne al consiglio monzese dove c’è chi vorrebbe allearsi con Lecco e Como, chi spinge per andare con Milano che punta a una mega aggregazione anche con Lodi, e chi invece, forte dei numeri dell’ente monzese, non vorrebbe proprio andare con nessuno.
Su Lecco ieri sono stati inevitabili i riferimenti alla spaccatura in corso fra minoranza e opposizione nel Consiglio camerale lecchese. «Monza, lecco e Como – ha detto Tonini – produrrebbero una realtà con 200.000 imprese iscritte e in tre ci imporremmo di più su ogni tavolo. Confindustria Lecco, dopo essersi fusa con Sondrio, ora spinge per accorpare la Camera di Sondrio che da quanto ci risulta non ne vuole sapere. Questa non è una logica rispettosa delle imprese ma solo di interessi interni di Confindustria, che richiamiamo alle proprie responsabilità».
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