Camarri, i dubbi del fratello: «Non credo all’omicidio»

Sempre più fitto il mistero attorno alla sorte di Ivano Camarri, il professionista di Mantello. Parla il fratello Danilo: «Non credo a debiti e suicidio. Posso solamente sperare in un allontanamento volontario»

“Debiti? Come fanno, gli inquirenti, a sapere una cosa del genere? Ne sono certi? Non c’è la privacy? E poi, in ogni caso, fatico a credere sia vero”.

Incontriamo, in tempi recenti, Danilo, il fratello del geometra settantenne di Mantello, Ivano Camarri, misteriosamente scomparso al confine fra le provincie di Sondrio, Como e Lecco lo scorso inverno in Bassa Valtellina con la sua auto il 12 dicembre di un anno fa, per la cui sparizione la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, indaga da alcuni mesi anche per omicidio volontario e probabilmente occultamento di cadavere, pur tenendo in piedi anche le altre ipotesi, come quella dell’allontanamento volontario e del suicidio.

“A sostenere la mia tesi della mancanza di debiti c’è pure il fatto che mio fratello è proprietario di questa casa grande che si trova qui, di fronte alla mia in via Roma, dove prima della scomparsa viveva con mia cognata, ossia sua moglie. E, inoltre, possiede alcuni appartamenti in piazza, qui a Mantello, che ha dato in affitto”.

“Io sono più vecchio di lui di sei anni - aggiunge l’uomo, sulla soglia della sua abitazione, in fondo alla via, vicina a quella di Ivano -. Lavoravo nell’edilizia, facevo il camionista, ora sono in pensione. Mi chiede se i carabinieri mi abbiano mai ascoltato? No. E perché avrebbero dovuto ascoltarmi ? Io non so nulla sulla vicenda, quello che so l’ho letto sui giornali. Ne saprete di più voi giornalisti. Non credo, tuttavia, neppure all’ipotesi dell’omicidio. Chi gli avrebbe voluto tanto male, da volerlo uccidere ? Ritengo proprio nessuno. Anche se, sinceramente, non mi saprei spiegare il perchè di un allontanamento volontario. Spero, ovviamente, si tratti di un allontanamento volontario, perchè sarebbe l’ipotesi meno tragica e quindi mi auguro torni presto a casa. Da scartare assolutamente, invece, l’idea del suicidio, non aveva proprio motivi per togliersi la vita, continuava a svolgere la professione nel suo ufficio, mai ha dato segnali di malessere con me o i suoi più stretti familiari, almeno che io sappia”.

Poi l’ex camionista Danilo Camarri avanza una domanda molto interessante. Eccola: “Ma siamo proprio sicuri che quel giorno, quando la vettura è stata ripresa mentre transitava sotto il lettore targhe delle telecamere alla rotonda di Nuova Olonio, in Comune di Dubino, sulla strada provinciale numero 4 Valeriana alla guida della sua Opel Astra di colore grigio ci fosse realmente lui e non qualcun altro? Era pieno inverno. La luce non è ottimale in quel periodo invernale dell’anno, tra l’altro nel mese di dicembre fa buio presto. In ogni caso la cosa molto strana è che non si trovi più la sua macchina. Che fine ha fatto?”.

Il giallo della misteriosa sparizione del professionista rimane e quando avevamo incontrato la moglie - che mesi fa ne aveva denunciato il mancato ritorno a casa alla caserma carabinieri di Traona - la donna si era limitata a dirci di avere fiducia nel lavoro degli inquirenti auspicando una soluzione positiva del caso.

“Nel corso delle indagini - aveva spiegato il procuratore Basilone in una nota del 12 giugno - consistite in attività anche di natura tecnica, sono state sentite a più riprese circa 40 persone, tra cui familiari, conoscenti residenti in zona o che hanno avuto rapporti professionali con il geometra scomparso. E’ stata sottoposta ad analisi anche la situazione economica del geometra che ha fatto emergere un’esposizione debitoria con un Istituto bancario locale per circa 300mila euro, coperta da ipoteca, non nota ai familiari. Inoltre sono stati accertati, nell’ultimo periodo, prelievi di contante da parte del geometra Camarri. Tutti gli accertamenti di natura tecnica disposti dalla Procura non hanno fornito elementi risolutivi del caso”.

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