Cronaca / Lecco città
Domenica 04 Giugno 2017
Caldo, fatica e passione
Show di una gara unica
La ResegUp. L’adrenalina prima della partenza in piazza
Un podista ha scolpito sulla nuca il marchio della corsa
Ne “L’arte di correre” lo scrittore giapponese Haruki Murakami nota: «Il dolore non si può evitare, ma la sofferenza è inevitabile». Perfetto. Perfetto per la ResegUp, «la corsa verso il cielo» l’ha definita lo speaker prima della partenza da piazza Garibaldi.
I chilometri sono 24, partenza e arrivo in centro a Lecco, in mezzo salite, discese, fatica, caldo, sofferenza. Tutte componenti che i 1039 partecipanti alla ResegUp hanno messo in conto fin dalla partenza. Ma è questo il fascino della corsa, di tutte le gare siano in piano - pensate alla maratona - o sulle montagne, come la ResegUp. È emozionante sentire la tensione del pre gara, con i suoi piccoli riti: il pettorale da appuntare alla maglietta, l’allacciatura delle scarpe da controllare e ricontrollare, il riscaldamento, lo streching, gli allunghi. È la gara, il confronto con gli altri e con se stessi.
Riti prima del via
Prima della partenza - che è stata data alle 15,36, con sei minuti di ritardo sul programma - si respira l’adrenalina che scorre tra e nei partecipanti. È la tensione positiva di ogni pre-gara, momenti in cui ciascuno cerca il modo per concentrarsi e così riuscire a dare il massimo. C’è chi scambia pareri sulla preparazione e fa previsioni sulla gara: «Quest’anno mi sono allenato meno - dice un concorrente - ma dovrei stare sulle due ore e 53 minuti». Chi sdrammatizza. Lorenzo Colombo, direttore di Lecconotizie.com: «Sono qui per dimostrare che chiunque può farcela. E anche perché sono un po’ masochista». E torniamo alla frase di partenza di Murakami. Ma la corsa è prima di tutto passione. Come quella che ha spinto Giovanni Carenini, di Calolzio, a scolpirsi (con il rasoio, beninteso) sulla nuca il marchio della ResegUp. Previsioni prima della gara? «Difficile - risponde Carenini - diciamo che punto ad arrivare in tre ore e 10 minuti».
I patiti del selfie
Poi ci sono i patiti del selfie. Tra i soggetti più richiesti dagli “auto-scattisti” Antonio Rossi, campione olimpionico (titolo che resta per sempre) e attuale assessore regionale allo sport (carica che invece è esposta agli umori della politica): «Antonio qui», «Antonio, una foto». «Antonio, puoi venire?». E via richiedendo. Lui sempre disponibile e sorridente. E per parte sua, allo speaker dice: «Sono un fedelissimo della ResegUp. Dico bravissimi a tutti i partecipanti, e bravissimi gli organizzatori». Alla partenza anche Stefano Gheza, assessore comunale allo Sport. Due hostess distribuiscono le lattine delle bevanda che “mette le ali”, forse ce n’è bisogno per scalare il Resegone.
Il tempo passa, l’adrenalina sale: lo speaker chiama i concorrenti ad entrare nella griglia di partenza. Il tempo per le ultime raccomandazioni in stile mamma: «Vai piano», che detto prima di una gara non è il massimo. Ultimi ad allinearsi sulla linea di partenza i top runner, chiamati uno a uno dallo speaker con una mini passerella. Ci sono tutti: in pista, lo starter chiamerebbe “ai vostri posti, pronti”. E poi il colpo di pistola. La ResegUp è partita. Murakami come scrive? «Il dolore non si può evitare, ma la sofferenza è inevitabile». È il fascino della corsa. È il fascino della ResegUp.
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