Cronaca / Lecco città
Lunedì 15 Aprile 2019
Bonomi e la sfida alle paure
«Prima rancore, poi razzismo»
Lecco: il sociologo ha presentato il suo libro: “Nel labirinto delle paure”
«Bisogna puntare sulla forza della ragione per vincere le angosce di oggi»
«Quella di cui oggi c’è bisogno è una radicalità moderata». Così Aldo Bonomi ha concluso il suo applaudito intervento alla Libreria Cattaneo , per la presentazione del volume “Nel labirinto delle paure” (Bollati Boringhieri editore). Scritto a quattro mani con Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, il volume affronta le urgenze di questo nostro periodo storico in cui alle difficoltà economiche si sono aggiunte criticità che coinvolgono aspetti sociali, antropologici, politici, tecnologici e persino climatici.
Il sociologo Bonomi era affiancato dal sindaco di Lecco, Virginio Brivio, dal prevosto monsignor Davide Milani e dal vice presidente della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti. Di fronte ad un pubblico numeroso, Bonomi ha spiegato come mai si sia smarrito nel labirinto delle paure ed è partito da una citazione di don Virginio Colmegna: «Bisogna imparare a guardare i volti e non i voti”. «Se vuoi capire la società devi farti interrogare dai volti – ha esordito Bonomi - ed io ho capito che gli attrezzi con cui avevo sempre lavorato non bastavano più. A fine ‘900 era tutto più facile, bastava sapere che lavoro uno facesse per capire tutto o quasi di lui, oggi non è più così. Le domande da porre sono altre; di una persona si deve sapere quale sia il suo genere, da dove arrivi e quale sia il suo impianto valoriale».
Da tutto questo deriva anche lo sconquasso che ha fatto crollare la dimensione verticale delle classi sociali: «Attualmente non esistono più le classi, a loro si è sostituita una moltitudine dentro la quale è difficile muoversi. Dai concetti assodati di accoglienza e tolleranza si è passati al rancore sociale che ha poi sdoganato il razzismo. Siamo di fronte ad una composizione sociale di spaesati e si è dissolta la comunità. In questa dissolvenza della comunità ci sono le vite minuscole che si sono perse e non parlo solo di chi si è trovato senza un lavoro o degli immigrati ma anche degli anziani soli e dei tanti imprenditori che si sono suicidati». Per Aldo Bonomi in questo contesto si è evidenziata l’incapacità della sinistra di stare al fianco delle vite minuscole: «Dobbiamo tornare a lavorare sul concetto di comunità a partire dalla coscienza che non tutte le comunità sono buone. Per uscire dal labirinto occorre allargare la comunità di cura ma non per opporsi alla comunità del rancore, in questa lotta il rancore vince sempre. Per capire che siamo dentro una comunità di destino, dobbiamo riconoscerci nelle difficoltà dell’altro ed imparare ad occuparci dei rancorosi perché dentro il rancore c’è la paura di vivere. Per questo, per affrontare le paure dei molti, occorre puntare su un radicalismo moderato, capace di vincere le paure con la forza della ragione e della comprensione».
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