Cronaca / Lecco città
Sabato 24 Marzo 2018
«Bcc in transizione
per far crescere il territorio»
Il presidente della Brianza e Laghi, Pontiggia al convegno Fisrt-Cisl sulla tutela del risparmio: «No all’omologazione, valorizziamo il nostro modello»
A rilanciare, a Lecco nei giorni scorsi, la discussione sul rapporto che hanno le banche con famiglie e piccole imprese, è stata la presentazione del manifesto per la tutela del risparmio e del lavoro della Fisrt-Cisl nazionale
Ne è nato un confronto, che La Provincia ha già riportato parzialmente, fra istituzioni, imprese, sindacato e banche per le quali a discuterne c’era il presidente della Bcc Brianza e Laghi, Giovanni Pontiggia, che su uno dei temi centrali del manifesto, quello legato prodotti finanziari rischiosi ha subito chiarito che «è noto che come sistema Bcc la questione non ci ha riguardati».
Sul territorio Pontiggia ha ricordato che «nel decennio della crisi, a partire dal 2008 siamo stati quelli che hanno sostenuto le piccole e micro imprese quando i grandi gruppi del credito li mettevano alla porta», facendosi carico della crescita di Npl (crediti deteriorati) per i quali «anche noi – ha affermato Pontiggia – siamo sotto la pressione dei regolatori, che ci obbligano a cartolarizzare e quindi a far fronte a una serie di scelte che, essendo noi a strettissimo contatto con i nostri soci, si presentano anche dolorose».
Pontiggia ha ricordato come due anni fa il sistema della Bcc abbia resistito alle forti spinte «per tentare di omogeneizzarci ai codici del sistema bancario internazionale, nel giro di una notte», col decreto legge di trasformazione delle Popolari in Spa. «Grazie all’apporto di diverse parti, fra cui i sindacati – ha sottolineato Pontiggia – siamo riusciti a togliere da quel decreto il fatto che anche noi avremmo dovuto accettare la logica della Spa a spese di quella della cooperazione».
Il resto è la storia di un progetto di autoriforma che ha visto un primo passo nel compimento della fusione per adesione fra le due Bcc di Alzate e di Lesmo, oggi Bcc Brianza e Laghi, in un contesto che lascia tuttavia aperta per le Bcc la possibilità di creare uno o più gruppi bancari corporativi. «E qui sta il vero rischio – ha detto Pontiggia -, che sta nel fatto che la quota di minoranza del 49% possa aprire la strada alle logiche di fondi speculativi, con compartecipazioni stabili che in quanto tali possono minare alle radici la natura del sistema».
Il riferimento è al prossimo appuntamento, entro maggio 2018 (ma più verosimilmente settembre) anche le Bcc presenteranno il nuovo progetto di nascita di gruppo bancario, che segna una transizione da un sistema di singole banche a banche di rete, a gruppo. Ma le licenze assegnate come singole banche «segnano il significato di un modello tutto italiano, un valore da difendere rispetto all’omologazione. E il valore – ha aggiunto Pontiggia – si difende con la redditività, che è il primo problema delle banche, oltre a quello dei livelli abbastanza elevati di Npl, per i quali ci viene chiesta mediamente una copertura pesante, pari al 50%».
Crediti deteriorati che le banche sono costrette a cedere, «e ciò – ha aggiunto Pontiggia – significa fare regali a chi ora sul mercato sta compiendo cartolarizzazioni al 25-30% del valore. Oramai – ha concluso – la Banca d’Italia fa quel che dice la Bce. A Roma noi abbiano quattro inviati della Bce che sorvegliano le regole della nostra costituzione del gruppo. E le regole ormai sono fuori dall’Italia, perciò serve uno sforzo comune per affermare che il nostro è un modello su cui costruire il futuro dei territori».
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