Baby Gang assolto dall’accusa di rapina

Il trapper lecchese Baby Gang assolto dall’accusa di rapina per non aver commesso il fatto.

La Corte d’appello di Milano ha infatti ribaltato la sentenza di primo grado che aveva visto Zaccaria Mouhib (questo il suo vero nome), 23 anni, condannato alla pena di 4 anni e 10 mesi per una presunta rapina avvenuta a Vignate, nel milanese, il 12 luglio 2021.

Le accuse

Secondo la Procura generale, che aveva chiesto la conferma della condanna, Baby Gang, insieme ad alcuni complici, avrebbe minacciato con una pistola un giovane a bordo di una macchina per poi sottrargli 130 euro e un paio di auricolari.

Il suo legale, Niccolò Vecchioni, stando alla sentenza d’Appello, è riuscito a dimostrare che quel giorno il trapper aveva un alibi: non era a Vignate ma a Rimini, e quindi non avrebbe mai potuto commettere la rapina.

Una linea che già era stata anticipata dal pronunciamento del tribunale del Riesame che ne aveva disposto la scarcerazione, ritenendo che vi fossero elementi probatori considerati «lacunosi».

Secondo la tesi difensiva Baby Gang effettivamente si era recato a Vignate, ma molte ore prima della rapina. Era nel comune milanese attorno alle 13, come risulterebbe anche dai tabulati telefonici. In serata, invece, si stava muovendo per raggiungere la Romagna dove aveva in programma due concerti poi annullati per Covid.

Contestato anche il riconoscimento fotografico effettuato dalla vittima: «Zaccaria è stato riconosciuto con lo stesso grado di certezza con cui era stato riconosciuta un’altra persona poi risultata da subito essere completamente estranea della vicenda perché aveva un alibi», aveva spiegato il legale sottolineando come in quei giorni Milano fosse piena di manifesti del trapper per il nuovo album in uscita.

Altro processo

A carico del trapper lecchese rimane la condanna, con sentenza di primo grado che a breve sarà oggetto dell’appello, a 5 anni e 2 mesi per una presunta rapina con sparatoria in una delle zona della movida milanese avvenuta due anni fa. Per lo stesso episodio l’amico trapper originario di Merone, ma notissimo a Lecco, Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, era stato condannato a 6 anni e 4 mesi.

Domiciliari

Negli scorsi giorni Baby Gang è nuovamente uscito dal carcere. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano che ha accolto il ricorso della difesa, dopo che a fine aprile la Corte d’Appello di Milano aveva aggravato la misura cautelare per il cantante da milioni di visualizzazione perché, mentre era ai domiciliari con braccialetto elettronico, avrebbe pubblicato fotografie su Instagram nelle quali veniva ritratto mentre impugna una pistola, finta, che punta verso l’obiettivo.

Una decisione motivata così dai giudici: «anche se i contenuti di foto e video per promuovere le sue canzoni depongono negativamente e denotano che non ha mai inteso prendere le distanze e anzi sembra voler continuare ad alimentare un’immagine di sé inserita in uno stile di vita illecito, nel caso specifico, tuttavia, sono riconducibili alle sue scelte espressive nell’ambito dell’esercizio dell’attività lavorativa che comunque egli è stato autorizzato a svolgere».

Il trapper si è difeso spiegando: «È come se si prendesse un attore che fa film di azione e lo si mettesse dentro per quello che fa nei film, senza capire che è tutta una finzione».

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