Azouz Marzouk, l’uomo che ha perso moglie e figlio nella strage di Erba,
sarà autista di bus per Linee Lecco

Dopo essere tornato in Italia nel 2019, Azouz aveva scelto di risidere a Lecco. Ora seguirà l’Academy di Linee Lecco, ossia il progetto portato avanti dall’azienda per assumere persone disoccupate o che hanno scontato i loro debiti con la giustizia, formandole per l’acquisizione della patente D e quindi inserendole in organico per la guida dei mezzi in circolazione nel Lecchese

Azouz Marzouk sarà assunto nei prossimi giorni all’Academy di Linee Lecco e diventerà autista di bus per l’azienda di trasporti locale. La storia personale dell’uomo che aveva perso moglie e figlio nella strage di Erba, torna quindi a intrecciarsi con la comunità lecchese, dopo che Marzouk aveva già scelto di risiedere a Lecco una volta tornato in Italia. A consentire questo secondo capitolo lecchese di Azouz è di fatto la nascitura Academy di Linee Lecco, vale a dire il progetto portato avanti dall’azienda di assumere persone disoccupate o che hanno scontato i loro debiti con la giustizia, formandole per l’acquisizione della patente D e quindi inserendole in organico per la guida dei mezzi in circolazione nel Lecchese. E sarà proprio questo il percorso che riguarderà anche Marzouk che era tornato in Italia dopo oltre dieci anni, nel 2019, appunto a Lecco. Nella strage di Erba dell’11 dicembre 2006 aveva perso la moglie Raffaella Castagna e il loro bambino Youssef, di soli due anni. Nel massacro morirono anche la suocera Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Ora Azouz è sposato con una lecchese, con la quale ha avuto tre bambine. Marzouk aveva ricevuto una condanna per droga a 13 mesi, con la clausola che lasciasse l’Italia. Dopo dieci anni non era più ritenuto socialmente pericoloso, di conseguenza era stato revocato il provvedimento di espulsione dal nostro Paese, sostituito dalla libertà vigilata per 9 mesi.

Marzouk era però finito a processo per un’altra vicenda, che riguardava un’intervista rilasciata nel febbraio 2019 a un sito internet nel corso della quale Azouz aveva puntato il dito contro i fratelli di Raffaella, Beppe e Pietro Castagna. All’intervistatore Marzouk aveva testualmente detto: «Indagate sulla famiglia. Mio figlio Youssef conosceva l’assassino. Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che fosse qualcuno che voleva l’eredità di mia moglie». Nella sentenza di condanna il giudice aveva parlato di «estrema gravità della condotta diffamatoria» anche perché proviene «da uno dei soggetti direttamente coinvolti nella vicenda».

Durante l’ultimo atto giudiziario relativo alla strage di Erba, ossia il rigetto della richiesta di revisione del processo da parte della Corte d’Appello di Brescia, Azouz Marzouk aveva presenziato in aula, e non solo. Circondato dalle telecamere e dai taccuini dei giornalisti accorsi a Brescia, Azouz Marzouk aveva parlato a sillabe, senza sbilanciarsi e dichiarando: «Non so cosa dire, finchè non vengono riaperte le indagini, basterebbe fare qualche accertamento. Da anni è quello che chiediamo». E alla domanda se non fosse il momento di chiedere scusa ai fratelli Castagna per aver anche solo ventilato il fatto che potessero aver avuto un ruolo nella strage, lui aveva risposto con un accenno di nervosismo: «I fratelli Castagna? Non so chi sono». E subito dopo: «Non li conosco, io».

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