Cronaca / Lecco città
Lunedì 19 Agosto 2024
Avvocati, crisi di vocazione. A Lecco diminuiscono i praticanti, l’Ordine: «Calo fisiologico»
Nei primi sette mesi del 2024, i nuovi iscritti al registro dei praticanti avvocati in provincia di Lecco sono stati 11. Sia nel 2023 che nel 2022 non si è andati oltre quota 17, meno di un terzo del dato registrato nel 2003 e nel 2004, quando le nuove iscrizioni al registro dei praticanti avvocati in provincia di Lecco sono state più di sessanta ogni anno. Peraltro, le cancellazioni dallo stesso registro superano di gran lunga le nuove iscrizioni, riducendo il numero complessivo dei praticanti presenti in provincia di Lecco. Solo nel 2023 il calo è stato di diciassette unità, ovvero da 105 a 88.
“Si tratta – commenta Elia Campanielli, presidente dell’ordine degli avvocati di Lecco – di un calo fisiologico. Negli ultimi vent’anni l’aumento del numero degli avvocati ha determinato una contrazione dei redditi, provocando un disinnamoramento da parte dei giovani verso questa professione”. Proprio perché si tratta di un calo fisiologico, il presidente dell’ordine degli avvocati di Lecco rimane fiducioso per il futuro.
“Nel medio periodo – sottolinea Campanielli – non credo si creeranno delle criticità. Certo, la diminuzione del numero di praticanti a lungo andare può creare dei problemi sul piano pensionistico. Pur avendo un bilancio garantito per i prossimi cinquant’anni, senza i contributi dei nuovi iscritti la cassa forense a lungo andare potrebbe risentirne”. Campanielli è anche componente esterno della commissione per l’accesso alla professione del consiglio nazionale forense, un organo che si occupa di monitorare e sviluppare proposte di riforma sul percorso di accesso alla professione forense dopo la laurea in giurisprudenza.
“Il codice deontologico – spiega l’avvocato – prevede che i primi sei mesi di pratica siano gratuiti. Dopodiché, il professionista è obbligato a riconoscere al praticante un compenso tenuto conto dell’utilizzo dei servizi e delle strutture dello studio. Si tratta senza dubbio di un aspetto molto delicato, in grado di spingere un giovane a decidere ad intraprendere un’altra strada soprattutto se nutre il desiderio di emanciparsi dalla famiglia”.
Non a caso, uno dei pochi ordini in Italia dove non si registra un calo nel numero di praticanti è quello di Milano, dove agiscono grandi studi internazionali in grado di offrire ai praticanti un compenso adeguato fin da subito. “Al di là di questo aspetto, - aggiunge Campanielli - la pratica rimane fondamentale per imparare sul campo come si fa l’avvocato. Peraltro, il periodo di praticantato è stato ridotto da 24 a 18 mesi nel 2012 ma questo non ha portato ad un aumento dei nuovi iscritti al registro. Bisogna anche considerare che l’esame di stato per accedere alla professione è molto selettivo e mette alla prova il candidato anche emotivamente. C’è nell’aria la volontà di riformarlo, riducendo gli scritti da tre a uno e introducendo un orale rafforzato”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA