Asst Valtellina e Alto Lario, nuova apparecchiatura per la medicina nucleare

Un reparto di eccellenza che nel 2023 ha eseguito quasi 18 mila esami ed effettuato oltre 5mila terapie

Si completa la dotazione tecnologica della Medicina nucleare e della radioterapia di Asst Valtellina e Alto Lario grazie all’introduzione di una nuova gamma camera ibrida da 700mila euro, entrata in funzione da poco, e che permette di perfezionare ulteriormente la diagnostica attraverso una migliore definizione delle immagini, una maggiore velocità della loro acquisizione, la riduzione del disagio per il paziente, una localizzazione ottimale e sempre più precisa delle alterazioni rinvenute e, al personale dedicato, di poter operare in modo molto più agevole grazie alla motorizzazione automatica dei dispositivi.

Oggi il taglio del nastro in Medicina nucleare della nuova apparecchiatura, marca Siemens Symbio, alla presenza di Monica Fumagalli, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, dei suoi stretti collaboratori, Anna Maria Maestroni, direttore sanitario, Monica Trapletti, direttore socio sanitario, e Davide Mozzanica, direttore amministrativo, affiancati da Claudio Arici, direttore sanitario dell’Ats della Montagna e, in rappresentanza delle istituzioni locali, Marco Scaramellini, sindaco di Sondrio.

Non ha mancato di far pervenire un proprio scritto anche Davide Menegola, presidente della Provincia, impossibilitato a partecipare di persona. «Questo è un passaggio molto importante per la nostra azienda - ha detto Monica Fumagalli -, perché andiamo a completare la strumentazione di un reparto già di eccellenza così da permettere ai tanti pazienti che vi afferiscono di poter effettuare qui, sul posto, anche questo esame senza dover andare fuori provincia. Molto dobbiamo, in questo senso, alla professionalità propria di questo reparto, di Claudio Barbonetti, suo direttore e dei suoi collaboratori, senza nulla togliere ad altre realtà di Asst, ugualmente di eccellenza e presenti, qui, oggi, in questa sala per sugellare questo evento».

Prima di recarsi in Medicina nucleare per il taglio del nastro vero e proprio, infatti, maestranze ed ospiti sono convenuti nell’aula magna dell’ospedale del capoluogo per i discorsi di benvenuto e per ascoltare dalle parole stesse di Barbonetti, le potenzialità diagnostiche dello strumento introdotto. «Era l’ultimo apparecchio che ci mancava per completare la nostra dotazione strumentale - assicura -, perché avevamo già una gamma camera, ma piuttosto datata e non ibrida, cioè non associata ad una Tac come questa apparecchiatura che ci permette di assemblare immagini morfologiche con quelle metaboliche. In questo modo arriviamo a diagnosi sempre più precise e rapide e questo ci aiuta molto nella messa a punto dei percorsi terapeutici personalizzati».

C’è da credere, quindi, che grazie a questa nuova Spect-ct, così si chiama in gergo lo strumento, aumenteranno ancor più i pazienti che afferiscono alla Medicina nucleare di Sondrio, provenienti dalla nostra provincia, sì, ma anche dalle province di Como, Lecco e Brescia. «E questo sia per il fatto che abbiamo una dotazione strumentale all’avanguardia - dice Barbonetti - e applichiamo protocolli di cura a loro volta molto all’avanguardia, e sia al fatto che le liste d’attesa sono inesistenti o, al più, molto contenute».

E non è tutto, perché Barbonetti ha già in mente un’altra frontiera da raggiungere e un altro traguardo da tagliare. «In medicina non possiamo permetterci di fermarci, assolutamente - assicura -, tant’è che puntiamo a portare a casa a breve anche la terapia con i radio ligandi, la cosiddetta target therapy, personalizzata per ciascun paziente tumorale, nuova frontiera delle cure radioterapiche. Abbiamo già la dotazione strumentale di fondo per effettuarla e abbiamo avviato contatti con il Niguarda, che già l’ha introdotta, con la speranza di riuscire ad importarla entro fine anno».

I numeri del reparto

Sono quasi 18mila le diagnosi effettuate dal reparto di Medicina nucleare e radioterapia dell’ospedale di Sondrio lo scorso anno, per la precisione 17.792, con ben 5.190 trattamenti terapeutici introdotti. Sono state 953 le Pet, il 15% in più sul 2022, e 530 i nuovi casi trattati in Radioterapia, pari al 16,7% in più sul dato del 2022. In pratica sempre più pazienti afferiscono a questo reparto che, negli ultimi anni, ha aumentato molto la propria capacità attrattiva anche in ragione di una dotazione organica e tecnologica sempre più performante. Basti dire che sono 35 gli operatori in servizio, di cui sette medici, una specializzanda, 13 tecnici sanitari di radiologia, sei infermiere, sette amministrative, e un operatore socio sanitario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA