Assegno unico: a Lecco lo ricevono 34mila famiglie

Sono stati 34.049, in provincia di Lecco, i nuclei familiari che hanno ricevuto un assegno unico a domanda nel 2023. A essi si aggiungono i 407 percettori di reddito di cittadinanza, a cui l’assegno è stato erogato l’anno scorso ad integrazione del sussidio, in vigore sino allo scorso gennaio. Nel 2022, in provincia, erano invece 32.270 gli assegni unici erogati a domanda e 526 quelli dati a integrazione del reddito di cittadinanza. Sono i dati forniti dalla Direzione Generale del Coordinamento Generale Statistico Attuariale dell’Inps.

Richieste crescenti, dunque, nel Lecchese, per il sostegno economico alle famiglie con figli a carico. Dal 1° gennaio 2025, verranno erogati mille euro per ogni figlio nato o adottato, se il nucleo familiare del genitore richiedente il contributo ha un Isee non superiore a 40mila euro. Lo prevede l’articolo 31 del disegno di legge di Bilancio che introduce il “bonus nuove nascite”. Potranno beneficiarne i residenti in Italia che siano: cittadini italiani o di uno Stato Ue o familiari titolari del diritto di soggiorno o di diritto di soggiorno permanente; cittadini di uno Stato non Ue con permesso di soggiorno Ue di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro autorizzati a svolgere attività lavorativa superiore a sei mesi oppure titolari di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzati a soggiornare in Italia per oltre sei mesi. Il contributo una tantum sarà riconosciuto, nel mese successivo a quello della nascita o dell’adozione, a fronte di una domanda presentata all’Inps da parte di un genitore. Per determinare il valore dell’Isee non si terrà conto dell’importo dell’assegno unico e universale erogato alla famiglia, mentre l’ammontare del bonus non verrà graduato in relazione alla condizione economica del nucleo familiare e quindi sarà di mille euro per ogni richiedente con Isee (indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a 40mila euro, a meno che i fondi a disposizione per questo bonus si rilevino insufficienti. Infatti, l’articolo 31, comma 3 mette a disposizione 330 milioni di euro per il 2025 e 360 milioni di euro dal 2026, sufficienti per una media di 30mila richieste al mese.

«Non sarà qualche bonus in più a convincere le persone a fare figli», è però il commento di Diego Riva, segretario generale della Cgil di Lecco. «Bisogna superare definitivamente la logica dei bonus e delle misure spot che al Governo piacciono tanto, come risulta nel Documento Programmatico di Bilancio in cui si annuncia un nuovo premio alla nascita di 1.000 euro. Servono politiche strutturali forti, frutto di investimenti statali di lungo periodo nel welfare pubblico. Misure realmente efficaci a sostegno della natalità devono garantire lavori di qualità, stabili e ben retribuiti; la certezza di una casa, di una rete di servizi per l’infanzia, a partire da asili nido diffusi nel territorio, accessibili e gratuiti; congedi che siano adeguatamente remunerati e paritari – prosegue Riva - Occorre inoltre rafforzare l’Assegno Unico, da rendere davvero universale superando esclusioni e discriminazioni che colpiscono coloro che risiedono in Italia da meno di due anni o hanno i figli all’estero, come peraltro chiede l’Europa che per questa ragione ha attivato la procedura di infrazione contro l’Italia».

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