Cronaca / Lecco città
Giovedì 26 Maggio 2016
ARRESTATI BIZZOZERO
E L’EX SINDACO DI COMO
Il video della Gdf
L’inchiesta sui falsi bond a garanzia di aziende fallite: in carcere il patron del Lecco e Stefano Bruni
Il patron del Lecco Daniele Bizzozero è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Lecco in esecuzione di un provvedimento del tribunale di Milano. La Finanza a Como ha anche arrestato l’ex sindaco Stefano Bruni, 54 anni, (ex Forza Italia e Pdl, in carica per due mandati dal 2002 al 2012) . In tutto sono cinque le ordinanze di custodia cautelare emesse. Coinvolti anche un cittadino olandese residente in Svizzera, un italiano residenti nell’ hinterland milanese ed uno in provincia di Pesaro Urbino; tutti indagati a vario titolo per i reati di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, abusivismo finanziario e costituzione fittizia di capitale sociale.
Bizzozero era finito agli arresti domiciliari il 5 aprile scorso nell’ambito di un’altra inchiesta e poi liberato.
http://www.laprovinciadilecco.it/videos/video/arrestato-ex-sindaco-bruni-il-video-della-gdf_1025896_44/L’’inchiesta per cui sono scattati gli arresti di questa mattina è quella nata dal crac della AIPA, agenzia privata di riscossione tributi, un’azienda di Pesaro che avrebbe utilizzato titoli fantasma per ottenere le autorizzazioni ministeriali necessarie a esercitare l’attività di riscossione in nome e per conto della pubblica amministrazione.
La legge dice che per avere quei permessi, bisogna disporre di 10 milioni, soldi che Mazal global solutions, gemmazione del gruppo Kgs di Pesaro - società entrambe al centro dell’indagine - versò in forma di titoli obbligazionari. Erano titoli che diverse banche avevano già rifiutato (con la sola eccezione di Banca Etruria, quella del papà di Maria Elena Boschi) e che però profumavano di pulito, se non altro perché risultavano emessi da Jp Morgan, una delle più celebri e quotate banche d’affari del pianeta. Non ci volle molto per scoprire, come spiegarono gli stessi funzionari del colosso bancario, che in realtà il valore dei bond era nullo, che non erano rimborsabili, e che in altre parole si trattava di carta straccia, sia pure virtuale.
Ora: chi aveva fatto da intermediario per la cessione dei titoli? Se è vero quanto ricostruito dagli inquirenti, l’intermediario esperto in materia era proprio Bruni, sul cui conto corrente la Gdf aveva scovato 170mila euro liquidati da Mazal a titolo di parcella per la mediazione prestata nell’affare.
Sempre la Procura ha accertato che l’ex sindaco di Como aveva lavorato, nell’occasione (siamo nel 2015), in nome e per conto di Daniele Bizzozero, il patron del Lecco calcio già al centro di un’altra indagine riguardante un presunto giro di carte di credito clonate. Bruni era già stato anche sentito dai magistrati milanesi, ai quali avrebbe riferito di non avere mai nutrito alcun dubbio sulla genuinità delle obbligazioni, regolarmente quotate dai principali istituti di credito.
«Il ruolo di Stefano Bruni? Marginale e defilato. Si è limitato a fare da raccordo tra le parti per una compravendita di obbligazioni Jp Morgan assolutamente reali». Così qualche giorno fa alla Provincia l’avvocato Giuseppe Sassi, legale dell’ex sindaco di Como in questa inchiesta.
«I bond di cui si parla - precisa l’avvocato Sassi - sono titoli digitali, che circolano solo su circuito bancario. Le operazioni di trasferimento vengono effettuate soltanto da banca a banca e dietro il controllo delle banche stesse».
Titoli, insomma, garantiti dal sistema. «Non possono essere falsi semplicemente perché non esistono, sono virtuali - aveva detto pochi giorni Bizzozero al nostro quotidiano -. Esiste un monte titoli, questo sì, possono essere quotati o non quotati, si comprano e si vendono. E fino a prova contraria c’è una legge che consente di agire in questo modo: di farli valutare e di collocarli in conto capitale. Le basti sapere che addirittura i tribunali li accettano a titolo di garanzia. I miei scadevano nel 2022 e che la loro scadenza è stata prorogata al 2049».
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