Cronaca / Lecco città
Giovedì 10 Marzo 2016
Alt a orari massacranti in corsia
Ma così è a rischio l’assistenza
La nuova legge razionalizza il tempo di lavoro in ospedale per medici e infermieri. La scelta del Manzoni : «Non penalizziamo gli utenti, riorganizziamo i turni»
Stop a orari massacranti per medici ed infermieri. La nuova legge, entrata in vigore dal 25 novembre scorso, che impone una razionalizzazione negli orari del comparto ospedaliero (tempo massimo di lavoro settimanale e obbligo di undici ore di riposto continuative ogni 24 ore, ndr.), rischia di far collassare la sanità lombarda.
Una eventualità, questa, ancora lontana, assicurano i medici: ma sulla questione c’è la massima attenzione. Si tratta da un lato di non sgarrare con la normativa. Dall’altro, di «garantire la continuità dei servizi. Ovvero non penalizzare i cittadini» ripete il portavoce dell’Asst di Lecco, Antonio Urti. Già, perché «due sono le vie possibili dopo questa normativa: o tagliare i servizi, oppure riorganizzare tutta la turnistica. E noi ci siamo mossi in questa seconda direzione» continua Urti.
«Da novembre ad oggi abbiamo incominciato ad adeguarci su due fronti: primo, abbiamo mappato e riorganizzato gli orari di lavoro dei medici. E secondo: abbiamo aperto nuovi bandi di concorso».
Secondo le stime degli Ordini dei medici regionali, per rispettare la normativa e i vincoli lavorativi, mancherebbero ad oggi almeno 500 medici in Lombardia. «Per quanto riguarda Lecco, si tratta, secondo le nostre stime, di circa una quindicina di medici. Col nuovo anno, (subito dopo il rinnovo dei vertici aziendali, ndr.) come Asst di Lecco abbiamo avviato numerose procedure concorsuali» prosegue il portavoce Urti. Solo negli ultimi 15 giorni l’Albo delle Delibere (visionabile ovviamente anche sul sito online degli ospedali di Lecco) ha pubblicato ben 8 nuove procedure di concorso per reclutare otto nuovi medici. Anche sul fronte infermieristico galoppa la macchina delle nuove assunzioni: è infatti stato indetto un nuovo concorso, che si terrà ad aprile, e al quale si sono già iscritti 3000 aspiranti infermieri. Una cifra da capogiro, «che ci richiede anche lo sforzo di trovare la location adeguata per accogliere i candidati» annota Urti.
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