Addio a Tirelli, aveva 85 anni
«Un benefattore, probo e pio»
Fondatore del primo Iperal con il padre e il fratello, conquistò L’“Aquila di Diamante”
La realtà dei giusti è sempre in seno a Dio e a lui torna dopo il loro cammino terreno che si fa dono per l’umana gente che ha il privilegio di incontrarli.
A questa rara schiera di eroi quotidiani appartiene Enzo Tirelli, uomo probo e pio, nato a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, 85 anni fa. Un benefattore che in umile silenzio e l’animo teso verso i più alti ideali ora riposa sereno lassù col “Signore delle Cime”, che dall’alto ha sempre guidato i suoi passi con la sua illuminante e pacata presenza accanto all’adorato figlio Eugenio e all’insostituibile compagna della sua vita, la sua dolce Nadia dall’eleganza forbita della parola e del passo.
Ed è lei dal cupo sconforto di una perdita abissale a ricordarlo con pochi significativi tratti: «Renzo era un uomo buono e pio che ha messo al servizio degli altri le sue grandi doti organizzative in una sorta di “capitalismo etico” volto ad una humanitas accogliente e inclusiva».
Parlava con il cuore
Pur nella sofferenza lui ha sempre serbato quel garbo accorto che conquista, quella semplicità dei grandi uomini che sanno parlare col cuore venendo incontro ai bisogni dei più diseredati.
Amministratore delegato della “Tirmarket”, ha avuto la lungimiranza dei savi che gli ha consentito con le sue doti di intelligenza e intuito nell’economia di mercato, di unire in una rete associativa di carattere internazionale tanti piccoli negozi della realtà locale.
È stato infatti uno dei fondatori con il fratello Bruno, papà di Antonio, presidente di Iperal Spa, del primo ipermercato valtellinese, che si è poi diramato anche fuori provincia con importantissimi risultati. L’“Aquila di Diamante” dell’Unione commercianti di Sondrio è stato un giusto riconoscimento. Il benessere della gente era la cifra del suo agire attraverso una sensibile opera benefica nei confronti dei malati, dei poveri, dei migranti, degli “ultimi”, che gli è valsa la più alta onorificenza salesiana dalle mani dell’allora rettor maggiore, don Pasquale Chavez.
Sempre accanto ai più deboli con le sua prodigalità silenziosa ed accorta a sostegno degli ospedali di Sondrio, Sondalo, Morbegno, Gravedona, Lecco, attraverso il “Banco alimentare” e l’iniziativa “La spesa che fa bene”.
Sondrio e l’intera provincia perdono un insigne economista al servizio del prossimo, insignito nel 2017 del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica italiana, ma soprattutto un uomo dal sorriso affabile capace di lenire il dolore quasi in abbraccio empatico. L’amicizia era sacra per lui e quelli che l’hanno conosciuto ne piangono la sua presenza discreta, ma assidua, partecipe.
Il già prefetto di Sondrio, Giuseppe Scalia, ha voluto così ricordarlo: «Carissimo Enzo (questo il suo vero nome di battesimo, ma per tutti era Renzo, ndr), non sei andato via, sei nel mio cuore e Ti ricorderò sempre nelle mie preghiere. Mi hai rapito e io ho tentato di imitare i Tuoi comportamenti e preziose virtù. Una su tutte mi ha colpito ed è stata la più grande: l’umiltà discreta e silenziosa. Sei stato una nobile anima che è volata via in Cielo per risplendere ancora di più. Non dimenticherà i Tuoi occhi dolcissimi, i Tuoi gesti così garbati tutti proiettati in quel “silenzio” a Te molto caro che hai sempre ricercato e si notava dalla ferma e pacata voce. E le Tue concise parole, ma profondissime, mai fuori luogo mi portano ad affermare che Tu sei stato un “Grande Uomo”. Ti vorrò sempre bene, insieme ai Tuoi cari. Non ti dimenticherò. Ciao. Giuseppe».
E allora riposa, giusto, nel mondo dei giusti. Le esequie saranno celebrate nella sua collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, dove mai mancava alle solenni cerimonie sacre, oggi alle 15.
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