Cronaca / Lecco città
Venerdì 10 Aprile 2020
A marzo 604 i morti
Il doppio di un anno fa
I dati dei decessi nel Lecchese sono impressionanti - A Calolziocorte un aumento del 250%, da 11 a 34 vittime
Più che raddoppiati i decessi in provincia di Lecco nel mese di marzo: 604 morti contro i 278 dello stesso periodo dello scorso anno.
Una differenza di 326 che può essere considerata una prima stima verosimile del numero di vittime causate nel nostro territorio dal coronavirus nelle prime quattro settimane di epidemia. È questa la fotografia che si ottiene proiettando sull’intera popolazione lecchese i nuovi dati Istat che hanno rilevato i decessi registrati in 23 comuni della nostra provincia, pari al 55% dell’intera popolazione lecchese, nel periodo dall’1 al 28 marzo 2020.
L’istituto di statistica certifica una crescita del 118% delle morti rispetto al 2019, con un’incidenza molto più importante negli uomini (+147%) rispetto alle donne (+91%): un dato coerente con tutte le prime risultanze scientifiche che hanno evidenziato come il Covid-19 colpisca molto più duramente il sesso maschile. Numeri che appaiono molto più importanti rispetto ai dati resi noti dalle fonti ufficiali, cioè quelli forniti ai sindaci dalle Ats, secondo i quali i decessi da coronavirus a marzo erano sarebbero stati all’incirca 120. A dimostrazione di come, anche nel nostro territorio, le fonti istituzionali riescano a rilevare solamente una parte minoritaria dei contagi e delle morti provocate dall’epidemia. Una terribile conta che nelle prossime settimane dovrà essere inevitabilmente aggiornata con le rilevazioni dei decessi che stanno avvenendo in questo mese di aprile.
Passando in rassegne i dati Istat nei 23 comuni per cui sono disponibili, si notano situazioni diversificate. A Lecco si sono registrati 74 decessi nelle prime quattro settimane di marzo contro i 39 dell’anno precedente, con una crescita dell’89%, quindi inferiore alla media provinciale. A Calolzio, tra i paesi certamente più colpiti dal Covid-19, le morti accertate sono il triplo dello scorso anno (34 contro 11), con una crescita del 250% tra gli uomini.
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