Cronaca / Lecco città
Domenica 11 Marzo 2018
A Lecco più lavoro
Crescita di 3.200 contratti
L’aumento in tutti i settori tranne l’edilizia. Nel 2017 34.436 avviamenti contro 31.276 cessazioni, in calo i rapporti a tempo indeterminato: -1.580
Il lavoro è cresciuto nel 2017 a Lecco e Como: la prova del nove è il prevalere (accentuato rispetto all’anno precedente) degli avviamenti sulle cessazioni. Con qualche differenziazione. Non tanto sui settori (solo le costruzioni rallentano ancora) quanto sui tipi di contratto: il tempo indeterminato indietreggia.
Ha chiuso il bilancio dell’anno alle spalle il Quadrante Lavoro della Regione, che è stato oggetto di un’analisi da parte della Uil del Lario.
Il primo dato: a Como nel 2017 ci sono stati 63.276 contro 58.764 cessazioni, con un saldo positivo di 4.602 occupati. Se si paragonano le cifre a quello dell’anno precedente, lo slancio dei nuovi contratti contiene l’aumento anche della fine dei rapporti di lavoro. Nel 2016 gli avviamenti risultavano 60.481, le cessazioni 57.408, con una differenza favorevole di 3.073 occupati. Il saldo insomma ha registrato un incremento del 49,8%.
Per quanto riguarda Lecco lo scorso anno gli avviamenti erano 34.436, le cessazioni 31.276; con una differenza di 3.160 occupati. Nel 2016 invece 30.597 avviamenti, 29.815 cessazioni e un +782 occupati. Quindi crescita del saldo anche più impressionante, perché le unità sono quadruplicate.
Tutti i settori si portano a casa il segno più, a parte le costruzioni. Che però hanno una minor emorragia rispetto all’anno precedente. Interessante inoltre notare come il commercio comasco sia schiacciante nella sua performance sul saldo tra avviamenti e cessazioni (il doppio dei dati di Lecco, quasi), mentre l’industria lecchese si conferma più vivace.
C’è poi un’ulteriore eccezione, e si traduce nelle differenze di contratti, che raccontano il mutamento della nostra epoca. Risulta infatti un saldo negativo, ed è quello sul tempo indeterminato: a Como è di -4.227 unità, a Lecco di -1.579. Concentrando lo sguardo sul tempo determinato, si ribalta tutto nelle due province: rispettivamente +7.317 e +3.542 unità. Anche la somministrazione è in attivo, con +322 e +433; così i contratti a progetto, +179 e +217 unità. Come conferma la vivacità già riscontrata fin dall’inizio del 2017 l’apprendistato: a Como il saldo sui contratti di questo tipo è positivo di 1.011 unità, a Lecco di 547.
Altro dato che viene messe a fuoco, la cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato nei due territori, sempre nel corso dell’anno chiuso: a Como 18.080, a Lecco 8.607.
Una tendenza già affiorata nelle prime rilevazioni del 2017, che conferma anche come le aziende non respirino un clima di fiducia tale da voler investire con forza sul futuro. D’altro canto, lo stesso apprendistato sta prendendo quota ed è un “per sempre”, a livello giuridico.
Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario, che ha svolto l’approfondimento sui dati del Quadrante, fa questa analisi: «La precarietà dei rapporti di lavoro è una problematica che incide pesantemente nella vita dei singoli lavoratori, in quanto pone difficoltà nell’accesso al credito. Inoltre, la discontinuità dei rapporti di lavoro genererà anche un’interruzione nei versamenti contributivi previdenziali e di conseguenza nella costruzione di una pensione dignitosa».
Bisogna però saper mettere le aziende comasche e lecchesi in condizione di fare passi ulteriori: «Sono necessari interventi legislativi strutturali che favoriscano i contratti a tempo indeterminato, compreso quello di apprendistato, e si penalizzi l’uso di quelli a tempo determinato non strettamente necessari alle situazioni contingenti (sostituzioni di maternità, lavori stagionali)».
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