Cronaca / Lecco città
Lunedì 02 Dicembre 2024
A Lecco più di un codice rosso al giorno
Più di un codice rosso al giorno. Sono 374 le denunce nei primi dieci mesi di quest’anno. Raddoppiate le misure di custodia cautelare. L’intervista al procuratore di Lecco, Ezio Domenico Basso
“È un bollettino di guerra”. È Ezio Domenico Basso il protagonista di Focus talk show, una delle trasmissioni di punta di Unica Tv. Intervistato da Barbara Gerosa, il procuratore capo della Procura della Repubblica di Lecco ha affrontato, numeri alla mano, la situazione della violenza di genere nel lecchese. Ne è emersa una fotografia drammatica. “Nei primi dieci mesi del 2024 – ha spiegato il procuratore capo – gli indagati noti per reati relativi al codice rosso sono stati 374, ovvero più di un codice rosso al giorno. A questi vanno aggiunte le 39 notizie di reato per le quali gli indagati da ignoti sono diventati noti nello stesso periodo di tempo”. Con l’espressione “codice rosso” si fa riferimento ai seguenti reati: maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, stalking, omicidio consumato o tentato tra le mura domestiche. Nel 2021 gli indagati noti sono stati 397, nel 2022 il numero è salito a 454 e nel 2023 ha raggiunto quota 474. “Complessivamente – prosegue Basso – i reati del codice rosso rappresentano il 15/20% delle notizie di reato che ogni anno pervengono alla procura della repubblica di Lecco. Nell’agosto 2019 una nuova legge ha introdotte delle particolari forme di tutela e repressione più tempestiva in questi casi. Per esempio, entro tre giorni dalla notizia di reato il procuratore ha l’obbligo di ascoltare la presunta vittima, oppure di delegare questo compito alla polizia giudiziaria. Dal novembre 2023, inoltre, il pubblico ministero ha l’obbligo di valutare la necessità di richiedere al gip l’emissione di una misura cautelare entro trenta giorni dall’iscrizione della notizia di reato”. Un intervento tempestivo che spesso si rivela fondamentale. “Nel 2021 – sottolinea Basso – le misure di custodia cautelare sono state 21, di cui 15 richieste di custodia cautelare in carcere e 6 arresti domiciliari. Nei primi dieci mesi del 2024, le richieste di custodia cautelare in carcere sono state 35 mentre gli arresti domiciliari sono stati sei. A questi si aggiungono poi tutte le altre misure meno afflittive: obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, divieto di soggiorno in un determinato comune, allontanamento dalla casa familiare”. L’audizione della persona offesa, precisa il procuratore, è importante anche per individuare anche i casi di strumentalizzazione dell’istituto della denuncia. Solo nel 2024, del resto, sono state registrate 247 archiviazioni, in parte relative a casi nati in anni precedenti. “Nei primi dieci mesi di quest’anno – conclude Basso – le denunce di codici rossi hanno riguardato per il 59% italiani e per il 41% stranieri. Rispetto al 2021, la percentuale di denunce relative a stranieri è aumentata di undici punti, anche perché la nostra società è sempre più multietnica. In ogni caso, sei su dieci sono italiani, spesso dentro le mura domestiche”.
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