Cronaca / Lecco città
Mercoledì 21 Aprile 2021
A Lecco il lavoro rosa
finora ha tenuto
Le difficoltà ci sono, ma le donne della provincia di Lecco sembrano ora soffrire meno degli uomini - L’esperta: «Situazione determinata dal contesto manifatturiero che caratterizza l’economia del nostro territorio»
Una riduzione meno marcata di avviamenti, a fronte di un calo delle cessazioni: le difficoltà occupazionali ci sono, ma le donne della provincia di Lecco, in questa particolare fase, sembrano soffrire meno degli uomini. A evidenziarlo sono anche i dati relativi ad avviamenti e cessazioni, nel confronto tra il mese di febbraio 2021 e il precedente gennaio, come pure il raffronto con il febbraio 2020.
Sostanzialmente, in base all’analisi della Provincia di Lecco, rispetto all’anno scorso la componente femminile ha registrato una contrazione analoga a quella maschile in relazione agli avviamenti al lavoro (-11% contro -10%, passando da 1.039 a 926; per gli uomini da 1.266 a 1.141), ma ha avuto meno cessazioni (-6% contro -4%, da 830 a 780, mentre gli uomini sono passati da 1.092 a 1.043) in funzione del blocco dei licenziamenti.
Rispetto a gennaio 2021, invece, la diminuzione degli avviamenti ha evidenziato una differenza rilevante (-22% le donne, -31% gli uomini), ma è nelle cessazioni che la forbice si è aperta, con la componente maschile a subire un aumento di 8 punti, contro il calo di 4 di quella femminile.
«Nel contesto generale - ha commentato Cristina Pagano, dirigente responsabile del settore Lavoro e Centri per l’Impiego della Provincia di Lecco -, l’occupazione femminile nel Lecchese ha sofferto meno rispetto alla componente maschile e i dati lo confermano. Il trend è analogo anche per l’inizio del 2021, che conferma l’andamento del 2020. Sicuramente, a determinare questa situazione è il contesto manifatturiero che caratterizza l’economia del nostro territorio. Nella nostra provincia, infatti, sono numerosi i posti di lavoro che hanno una caratterizzazione molto femminile. Penso ad esempio, oltre ai servizi socio assistenziali e sanitari che con la pandemia hanno avuto un ruolo ancora più decisivo, al confezionamento».
Per chi ha perso il posto, trovarne un altro in questo periodo diventa quasi proibitivo. Tanto che è aumentata anche la quota di donne che un nuovo lavoro per ora hanno rinunciato anche a cercarlo.
«In questa fase difficilmente le aziende aumentano gli organici: si appoggiano sulle proroghe dei contratti già in essere. Registriamo una frenata generale dell’occupazione, anche se sul nostro territorio di opportunità per le donne ce ne sono più che altrove, per le caratteristiche della nostra economia, che anche nel ’20 e in questi primi mesi ha mostrato una sostanziale tenuta».
«Sarebbe opportuno orientare in questo senso la popolazione alle prese con la ricerca di un lavoro - ha concluso - : è importante considerare con attenzione quali sono le attività che offrono più occasioni, per attivarsi anche professionalmente e indirizzare la propria formazione verso questi settori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA