Cronaca / Lecco città
Domenica 13 Maggio 2018
A Erba 80 cantine
Il racconto del vino sia “pop”
A Lariofiere, sabato 26 maggio la terza edizione della rassegna sulla cultura del vino
Ottanta cantine, quasi 250 vini e uno stile: quello di comunicare questo mondo in espansione (di produzione come di consapevolezza tra la gente) senza appesantire l’esperienza, bensì rendendola completa e leggera.
È stata presenta la terza edizione di “Top&Pop Wine”, che si svolgerà a Lariofiere sabato 26 (dalle 15 alle 21, ingresso a 25 euro, 23 con promozione prevendita).
L’anno scorso fu una sorpresa l’afflusso massiccio di pubblico fin dai primi momenti di apertura di un sabato di giugno a Erba. Adesso si torna con ulteriore determinazione. L’ideatore è Giacomo Mojoli, con il quale – ha ricordato il presidente del centro espositivo Giovanni Ciceri - «ci sono vent’anni di collaborazione e il grandissimo successo dello scorso anno conferma l’importanza di assaggiare e conoscere». Con due riflessi – ha aggiunto Ciceri – ovvero quello del bere consapevole, quindi della responsabilizzazione a ogni età, ma anche il cogliere il valore di questo prodotto fondamentale per la nazione: «Un dato di fatto che questo mondo sia economia, fortemente collegato al turismo».
Il vino protagonista a Lariofiere sarà rappresentativo di tutto il Paese, anche se la Lombardia avrà un ruolo speciale visto che è padrona di casa. E uno zoom ancora più locale, dalla Valtellina all’Igt Terre Lariane ieri rappresentato dalla presidente Claudia Crippa.
Un evento a cui ha creduto tutta la struttura di Lariofiere, partendo dal direttore Silvio Oldani (presente anche il vicepresidente Roberto Galli), ha precisato Mojoli. Allergico a forme di comunicazione del vino che definisce autoreferenziali, attento al bisogno di raccontarlo con formule e linguaggi nuovi.
Alle spalle anche un’edizione di Vinitaly – ha fatto notare Mojoli – «che ha registrato una forte affluenza di pubblico giovanile, con sete di conoscenza, informazioni, acquisizione di competenze. Ecco perché – ha detto ancora – occorre poppizzare il mondo del vino, non in una logica low cost, ma culturale del termine, come hanno fatto arte e musica cinquant’anni fa».
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