Tragedia del Forcellino, il sindaco di Abbadia: «Difficile fermare i lanci»
“Dispiace molto per quanto successo”. Roberto Azzoni, sindaco di Abbadia Lariana, rivolge innanzitutto un pensiero al base jumper americano di 33 anni deceduto alcuni giorni fa dopo un lancio dalla vetta del Forcellino. “Il cordoglio per questa tragedia è grande. È morto un giovane sportivo” ribadisce Azzoni. Allo stesso tempo, la frequenza con cui si verificano questi episodi tragici evidenzia un problema. A febbraio si erano verificati due incidenti simili nel giro di pochi giorni: in un caso il base jumper era deceduto mentre nell’altro caso l’atleta era stato recuperato nel lago senza gravi conseguenze.
“Il base jumping – ricorda il primo cittadino di Abbadia - è uno sport estremo e porta con sé alcuni rischi. Gli incidenti non sono infrequenti. Allo stesso tempo, è difficile pensare a qualche intervento. Non c’è un sentiero o una strada pericolante da mettere in sicurezza. Si tratta di una balconata lunga centinaia di metri a strapiombo sul lago con diversi punti di lancio per il base jumping”.
Nel mondo del base jumping la vetta del Forcellino, posta a 1280 metri di altezza, è rinomata per lo spettacolare paesaggio tra le montagne e il lago. Questa conformazione morfologica costituisce allo stesso tempo uno degli elementi di pregio della vetta e un ostacolo ad ogni possibile intervento teso ad incrementare la sicurezza.
“Dopo l’incidente di febbraio – prosegue Azzoni – abbiamo iniziato una ricerca sugli altri siti di lancio per il base jumping presenti nel nostro paese al fine di capire quali dispositivi o interventi di messa in sicurezza sono stati adottati e cosa potrebbe essere replicabile da noi. Non è una ricerca semplice, anche perché alcuni punti di lancio si trovano su aree private e non in spazi pubblici. Stiamo cercando di raccogliere quante più informazioni possibili”.
In ogni caso, trovare una soluzione al problema si preannuncia complesso. “Attualmente – conclude Azzoni - non riusciamo neanche a monitorare quante persone salgono alla vetta né da dove poi si lanciano gli sportivi. La conformazione della zona rende molto difficile attuare ogni possibile intervento anche in questo senso, non solo sul fronte della messa in sicurezza. Stiamo valutando cosa fare”.
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