«Super da guarire, ma si deve guardare
a nuovi progetti»

Il dibattito Traforo dello Stelvio, sogno da coltivare. Credaro, presidente dell’Unione commercio e turismo. «Pensiamo in grande e intanto subito gli interventi»

«Servono interventi sulla Superstrada 36, ma non solo in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026».

Loretta Credaro, presidente dell’Unione del commercio e del turismo della provincia di Sondrio e della Camera di commercio sondriese, interviene in merito a quanto accaduto nei giorni scorsi, con i gravi disagi viabilistici causati dalla caduta di una scarica di massi, nella notte tra sabato e domenica, lungo il tracciato al confine tra i comuni di Lecco e Abbadia Lariana. Due auto, mentre passavano, sono rimaste danneggiate dopo essere finite contro il materiale riversatosi sulla carreggiata, nessuno fortunatamente è rimasto ferito.

Conseguenze

La viabilità è stata riaperta alle 13 di domenica dopo uno stop di circa 15 ore e numerose proteste social. Inevitabile il pensiero alle Olimpiadi che si terranno anche in Valtellina tra quattro anni, ma Loretta Credaro pensa anche e soprattutto ai cittadini valtellinesi e valchiavennaschi che si ritrovano a fare i conti con una viabilità spesso “ballerina”. Ma vuole anche pensare positivo.

«La situazione ovviamente la conosciamo benissimo e sappiamo che, tanto più in questo periodo in cui le problematiche a livello ambientale sono all’ordine del giorno in tutta Italia, non solo da noi, i rischi sono sempre dietro l’angolo - afferma la numero uno di Unione Cts e Cciaa - . Il nostro territorio, però, ha in più questa importante variabile dei Giochi olimpici invernali, che non può certo essere sottovalutata. Servono senza dubbi interventi di messa in sicurezza di quella strada, interventi che comunque sono tra le priorità di Anas. Questo, però, non solo in vista delle Olimpiadi, ma in ogni caso. Il nostro infatti è un territorio limitrofo alla grande città metropolitana e tutti noi inevitabilmente gravitiamo attorno a Milano, la situazione della viabilità va sistemata in ogni caso».

Il sogno

Interventi necessari, anzi urgenti, ma, poi, il pensiero e la progettazione devono andare oltre. Il sogno? Il traforo dello Stelvio: i primi studi di fattibilità risalgono addirittura al 1922 quando si ipotizzava una galleria per la ferrovia Tirano, Bormio e la Val Venosta, poi più recentemente si è tornato a parlarne quando Provincia di Bolzano e la Regione Lombardia hanno siglato il protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area del Passo dello Stelvio.

«Mi rendo conto che è un progetto quasi utopico, ma è davvero un mio pallino, forse addirittura un sogno - afferma Loretta Credaro -. In ogni caso, rimanendo con i piedi per terra, bisogna davvero cominciare a pensare ad un progetto più ampio e che risolva i problemi viabilistici del nostro territorio. Se vogliamo, però, trovare una nota positiva - conclude la presidente - c’è da dire che gli interventi di risoluzione dei problemi e riapertura delle strade ora sono molto più celeri rispetto anche solo a qualche anno fa. Se la scarica di massi fosse scesa in passato saremmo rimasti con la strada chiusa per settimane e non per 15 ore».

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