
Spumante della Valtellina invecchiato nel Lario: 24 bottiglie di Bolle di nettuno
Bellano
La prima volta, nel gennaio dello scorso anno, erano state inabissate nel lago di Como, a 20 metri di profondità, sette bottiglie di Sassella prodotte dalla famiglia di Riccardo Nesa, subacqueo dei Valtellina sub, ed era stato un successo, ma sabato l’esperimento si è riproposto con l’immersione di 24 bottiglie, 12 messe a disposizione dalla casa vinicola Alberto Marsetti di Sondrio e altrettante dalla casa vinicola “La Spia”, di Michele Rigamonti, di Castione Andevenno.
«Questa volta siamo andati, però, ben oltre i 20 metri raggiungi il 28 gennaio dello scorso anno, nella nostra “palestra” di Riva di Gittana, a Bellano, perché siamo scesi a una profondità di 40 metri sotto il pelo dell’acqua - dice Maria Cristina Pedrazzoli, presidente dei Valtellina sub -. Un’immersione molto impegnativa, che ha richiesto preparativi non da poco anche perché abbiamo dovuto scendere a Riva di Gittana a preparare il luogo in cui depositare il vino ad affinare. I nostri sub lo hanno individuato, vi hanno posizionato una catena alla quale, poi, ancorare le casse di vino». Con sopra indicata l’eloquente scritta “Proprietà privata Valtellina sub”, perché, come ricorda la presidente «tutti coloro che si immergono e trovano qualcosa sott’acqua la riportano a galla - assicura -, è più forte di loro, viene spontaneo, per cui è bene chiarire subito di cosa si tratta e che le casse sono parte di un progetto sperimentale di affinamento del vino in acqua».
Stavolta, a differenza della scorsa, le bottiglie sono state sigillate con ceralacca, posizionate ad una quota inferiore per evitare che possano essere raggiunte da raggi di luce, in quanto il vino Sassella affinato lo scorso anno, pur molto elegante e raffinato, aveva perso un poco in colorazione. Era stato giudicato, comunque, un esperimento molto interessante, tant’è che due produttori di vino locale come Alberto Marsetti e Michele Rigamonti ci hanno creduto ed hanno donato due casse di vino, nel primo caso Valtellina superiore docg Grumello, anno 2021, nel secondo caso spumante metodo classico Nebbiolo, annata 2020, nella cerimonia avvenuta nel tardo pomeriggio di venerdì a “Il Camino” di Sondrio. «Ringraziamo i Valtellina sub per l’opportunità che offrono al nostro settore di tentare questo affinamento in acqua - ha detto Fabio Marsetti, nipote del patron dell’azienda -, già sperimentato altrove, ma non qui in Valtellina» e «non vedo l’ora di assaggiarlo, il vino affinato nel lago - ha aggiunto Rigamonti -. Peccato che sono solo 24 bottiglie, perché penso che andranno a ruba. Grazie ai sub per l’opportunità che ci danno di effettuare questa sperimentazione, perché so che il loro impegno è grande e l’impresa complessa».
Ad immergersi, sabato mattina, sono stati i sub istruttori Luca Dell’Oca e Marco Aureli, i quali, una volta arrivati sul target hanno lanciato uno sparabile in modo da segnalare la posizione agli amici che si trovavano sulla barca col vino. É toccato quindi a Sandro Montani, Cesare Brisa, Dino Bianchini e Alberto Rossi, entrare in azione e calare le casse tramite un discesore appositamente introdotto. Tutto è andato per il meglio, le casse non sono sprofondate nel fondale, ma rimaste in superficie ancorché ancorate alla catena e, piano piano, Dell’Oca e Aureli sono risaliti, lasciandosi gli otto gradi dei - 40 metri alle spalle. Il vino resterà lì almeno fino alle Olimpiadi, poi, verrà prelevata qualche bottiglia per l’assaggio.
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