Si tuffa per salvare il figlio: annega nel lago

Un’altra persona è stata inghiottita inesorabilmente dalle acque del Lario. Si tratta di un altro turista straniero, proprio come il ventiduenne inglese ritrovato dopo alcune ora in profondità al largo di Nobiallo la settimana scorsa.

Stavolta la vittima è un uomo di 51 anni di nazionalità tedesca - Fraedrich Tim - manager di Uslar (Bassa Sassonia) in vacanza in Alto Lario assieme alla moglie Susanne di 50 anni e ai due figli di 12 e 17 anni. La famiglia aveva noleggiato una barca al “Rent a Boat” di Dongo per una gita sul lago e nel primo pomeriggio di ieri si è consumata la tragedia nelle acque di Piona.

Secondo una prima ricostruzione, pare che uno dei due figli, di 12 anni, si sia tuffato per una nuotata trovandosi in difficoltà; il padre, allora, non ha esitato a lanciarsi in acqua in suo aiuto e l’ha riportato verso la barca, ma forse per lo sforzo, la tensione del momento o lo choc termico, è stato proprio lui a sparire all’improvviso sott’acqua.

La moglie ha dato l’allarme, ma nessuno è più riuscito a accendere il motore e l’imbarcazione è così andata alla deriva. Un’ambulanza del Lariosoccorso e i Vigili del fuoco di Dongo si sono dapprima diretti a Gravedona e il natante è stato poi recuperato al largo della Sciatera, a Dongo, con i tre occupanti sconvolti ma illesi.

L’allarme era scattato poco dopo le 14 e per le ricerche del disperso è giunto da Malpensa un elicottero Drago dei Vigili del fuoco con due sommozzatori a bordo, che hanno iniziato a perlustrare le acque con i colleghi della caserma di Dongo a bordo del loro gommone; da Torino sono poi giunti sul posto anche specialisti sommozzatori degli stessi Vigili del fuoco. Una grande mobilitazione che, tuttavia, non è ancora servita. Le speranze di salvare l’uomo, ovviamente, sono presto svanite; le ricerche sono continuate entro un raggio sempre più ampio e a profondità maggiore, ma fino alla serata di ieri - al momento di andare in stampa - non hanno dato alcun esito. Ricerche che continueranno nella giornata di oggi.

Mercoledì della scorsa settimana, come si diceva, si era consumato un dramma simile al largo di Nobiallo. Una coppia di giovanissimi fidanzati inglesi aveva noleggiato una barca a Varenna e in mezzo al lago entrambi gli occupanti si erano tuffati immergendosi più volte. L’imbarcazione, incustodita, era andata alla deriva e i due giovani, presi dall’ansia, non erano più riusciti a raggiungerla: la ragazza, diciannovenne, era stata recuperata dall’equipaggio di un altro natante richiamato dalle sue grida d’aiuto, mentre per Sam Paul Rigby, ventiduenne di Liverpool, non c’era stato più nulla fare.

In quell’occasione un volontario della Guardia costiera ausiliaria, Enzo Durante, aveva messo in guardia anche dal tuffo al largo da un’imbarcazione, perché l’impatto con l’acqua fredda può causare problemi fatali. Anche ieri il ragazzino tedesco si è trovato in difficoltà in acqua dopo essersi tuffato e, per salvare lui ha perso la vita il papà.

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