Seval: «Quell’ordinanza va modificata»
Colico Dopo il convulso pomeriggio di mercoledì, l’azienda è tornata al lavoro ma con qualche incertezza - Ieri una riunione dei Consorzi dei produttori di apparecchi elettrici ed elettronici: c’è molta preoccupazione
Alla Seval sono tutti al lavoro. Dopo la seconda mail inviata dal sindaco Monica Gilardi mercoledì in serata a precisazione dei contenuti dell’ordinanza con la quale si sospendono le attività nel comparto interessato dall’incendio di domenica scorsa (e che peraltro sono già sospese di per sè, visto che l’area - dichiarata inagibile - è stata posta sotto sequestro della Procura di Lecco, ndr) e la pec inoltrata questa mattina, l’azienda ha deciso - per ora, almeno - di non chiudere.
Le conseguenze
«Il nostro avvocato sostiene che, per il momento, si possa continuare l’attività, anche se i contenuti generici inseriti nell’ordinanza devono essere modificati, con una rettifica della stessa o con la revoca e l’emanazione di una seconda», spiega Alfredo Ardenghi, uno dei titolari, figlio del fondatore Roberto.
Il riferimento è alla frase: «In ogni caso, si sospenda qualsiasi attività potenzialmente a rischio incendio senza che prima sia stato presentata apposita relazione a cura di un tecnico abilitato e con l’asseverazione dell’Arpa e dei Vigili del fuoco circa ogni adempimento utile e necessario a prevenire il ripetersi di quanto accaduto». Che aveva portato, nel convulso pomeriggio di mercoledì, a decidere di chiudere lo stabilimento, «dal momento qualsiasi attività è potenzialmente a rischio», ribadisce Alfredo Ardenghi. Con l’invio di 700 e-mail ad altrettanti enti pubblici che gestiscono piazzole ecologiche (ossia i Comuni) per avvisarli della sospensione dell’attività di raccolta dei Raee, ossia gli scarti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, con effetto immediato. Cosa che ha ingenerato un’imponente reazione di preoccupazione. Altra conseguenza, Seval sarebbe stata costretta a chiedere la cassa integrazione per i 130 dipendenti del sito colichese.
«Aspettiamo, dunque, un’ordinanza circostanziata, contiamo venga emanata domani al più tardi, altrimenti dovremo fare una riflessione», prosegue Ardenghi. Che spiega anche come «questa mattina (oggi per il lettore, ndr) si è tenuta in azienda una riunione urgente dei rappresentanti dei Sistemi collettivi nazionali - ossia i consorzi senza fini di lucro costituiti dai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche - preoccupati per cosa sta accadendo in Seval», a cui fa capo la raccolta Raee in quattro regioni del Nord Italia (Lombardia, Liguria, Piemonte e Val d’Aosta).
Insomma, «noi abbiamo il dovere di ottemperare a quanto previsto nei confronti dei Comuni, ma anche a quanto contenuto nell’ordinanza», spiega Ardenghi. Una gran confusione.
«Si dimetta»
In attesa del tavolo tecnico tra Provincia di Lecco e Arpa, previsto per martedì della prossima settimana, sull’evoluzione della vicenda torna a prendere la parola Raffaele Grega, capogruppo della minoranza “Colico di tutti”.
Che torna a chiedere le dimissioni del sindaco. «La mia è una constatazione puramente politica - spiega il consigliere comunale -. Ha firmato un’ordinanza quanto meno ambigua, ingenerando un caos totale. Continuiamo a chiedere garanzie per la salute pubblica e vogliamo sapere cosa abbiamo respirato domenica. Ribadiamo anche che è stato assurdo permettere il funzionamento della pista di pattinaggio e l’apertura dei mercatini di Natale, quando le partite di calcio venivano sospese e i sindaci di altri Comuni prendevano decisioni più nette. Ma la toppa è peggio del buco».
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