Sempre più passeggeri sui battelli,
«il modello Navigazione va ripensato»

Sono quasi sei milioni i passeggeri che hanno solcato le acque del Lago di Como nel 2023: rappresentano la metà, il 50,77%, di tutti quelli che hanno utilizzato un mezzo acquatico per attraversare i principali laghi lombardi, compresi Garda e Maggiore

Sono quasi sei milioni i passeggeri che hanno solcato le acque del Lago di Como nel 2023, rappresentano la metà, il 50,77%, di tutti quelli che hanno utilizzato un mezzo acquatico per attraversare i principali laghi lombardi, compresi Garda e Maggiore.

I veicoli trasportati dai ferry boat sono stati, secondo i dati forniti da Navigazione Laghi, 275mila, il 38,8% sul totale complessivo sempre in merito ai laghi maggiori. Numeri che si concentrano tra giugno e settembre provocando lunghe code di turisti in attesa di salire sui battelli e residenti che faticano a utilizzare i mezzi per muoversi. «Ci sono forti differenze tra le due sponde del lago – evidenzia Fabio Dadati, membro di giunta della Camera di Commercio Como-Lecco - La sponda orientale da Lecco a Colico è servita dalla provinciale 72, dalla superstrada 36, dalla linea ferroviaria Milano-Tirano, oltre che dalla navigazione sul tratto Lecco-Bellagio. Sull’altro lato invece, il centro lago, l’alto lago e il ramo comasco, le strade presentano caratteristiche più complicate, non ci sono superstrada e ferrovia, e la navigazione riveste un ruolo importante per il trasporto dei residenti».

Il rafforzamento della navigazione è uno dei punti principali della questione: «Tutti i soggetti competenti stanno lavorando con impegno, le soluzioni non sono semplici e a portata di mano, ma l’importante è sviluppare un processo di miglioramento costante con un piano condiviso sul medio lungo periodo che ogni anno porti a servizi più efficaci - prosegue Dadati - In questo sono determinanti: l’organizzazione degli scali, il modello di prenotazione, l’informazione puntuale e digitale rispetto ai tempi di attesa per ogni tratta, la revisione degli orari e delle corse stesse, la ristrutturazione delle biglietterie e delle aree di attesa, l’inserimento di nuovi battelli e nuovo personale, la gestione dei biglietti integrati, per citarne alcuni».

A cambiare velocemente, secondo Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco, sono tanto i tempi quanto il modo di fare turismo e i numeri: «Anche sulla nostra sponda, quella meno gettonata, siamo arrivati a numeri altissimi – commenta – Una meta turistica che si rispetti non può prescindere da una navigazione efficiente ed efficace. La nostra è da rivedere e ripensare, perché è ferma a cinquant’anni fa». Le soluzioni sarebbero due: aumentare le imbarcazioni e incrementare il personale. «Bisogna anche avere punti di attracco funzionanti – prosegue Beri – metterne di più, anche perché sulla nostra sponda, ma anche su quella comasca e sull’Alto lago, ci sono pontili abbandonati e fermi. Se tutti quei punti venissero usati, ci sarebbero più possibilità per gli ospiti di salire e scendere». Un problema ormai nazionale, secondo Beri, è poi quello dell’attracco di Varenna: «E’ diventato lo snodo ferro-acqua: col treno vengono migliaia di persone al giorno, che poi vorrebbero imbarcarsi per andare, ad esempio, a Menaggio o a Bellagio – continua il presidente di Federalberghi Lecco – Si tratta di una mole significativa di turisti ogni giorno. Bisogna strutturarsi meglio, grazie anche alla collaborazione tra Navigazione, Provincia, enti interessati. Ma la soluzione è chiara: in primis, più barche e più personale».

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