«Se ci fossero terroristi, li denuncerei»
Parla l’imam del Centro islamico di Colico, che accoglie i fedeli provenienti dalla Bassa Valle. «È cambiato lo sguardo delle persone verso di noi, ma nella nostra comunità non c’è nessuno di pericoloso».
Un centinaio di musulmani, in maggioranza marocchini, hanno partecipato anche ieri alla preghiera del venerdì al Trivio di Fuentes, al crocevia tra Colico, Piantedo e Gera Lario, comune in cui ha sede il Centro islamico di Colico.
È il punto di riferimento per l’Alto Lago delle due sponde e la Bassa Valtellina dal 1998. Chi in bicicletta, chi a piedi, chi in auto o con il furgone del mercato i fedeli hanno raggiunto la sede, in uno stabile di proprietà del Centro, per sentire la predica dell’imam e pregare, poco prima delle 13, e due hanno portato con loro anche le piccole figlie.
Responsabile dal 2007 è Abdelkader Haouache che risiede a Dervio: «Di solito il venerdì è il giorno in cui c’è più gente», spiega. Dopo ciò che è successo a Parigi e ciò che era in corso in Mali, cosa è cambiato? «È cambiato lo sguardo delle persone verso di noi. Noi siamo i primi ad essere colpiti da queste cose. È un errore, si deve cercare la pace. La guerra crea solo problemi - continua Haouache –. Viviamo qui, lavoriamo qui, contribuiamo qui, i nostri bambini vanno a scuola qui. Il nostro Paese è questo. Io sono in Italia da venti anni. Danno sempre la colpa a noi e poi siamo i primi ad essere maltrattati. Abito in un condominio e quando capita qualcosa, eliminano l’amicizia e saltano addosso ai musulmani».
Yassine El Ghadfa è l’addetto alla traduzione in italiano della preghiera dell’imam: «Le prime vittime, siamo noi - aggiunge –. Dicono, è islamico, e puntano il dito. Noi siamo contro queste cose. Adesso iniziamo ad avere paura pure noi. Finché si parla con persone intelligenti, capiscono, quando invece lo sono meno fanno onda su queste cose e i musulmani, soprattutto i politici di destra, per guadagnare una decina di voti».
Anzi, proprio perché il periodo sta diventando un po’ delicato, il responsabile sta pensando di installare un impianto di sorveglianza che possa mettere in sicurezza il Centro, vista la sua posizione decentrata.
Potrebbero esserci, tra chi frequenta l’edificio, persone che simpatizzano per gli jihadisti e le idee dell’Isis? «Sarei il primo a denunciarlo - risponde senza esitazioni Haouache -. Quando vediamo che c’è qualcuno di strano, vogliamo interessarci e capire chi è». Ed El Ghadfa gli fa eco: «Lo escludo. Ci conosciamo tutti da una vita».
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