Rogo Seval, nessun pericolo per la salute
Colico Depositati i dati delle analisi dell’Arpa: tutti i parametri sotto la soglia di allerta,in rialzo solo l’ossido di azoto - Ora si discute su cosa fare: tra le ipotesi dell’azienda, quella di rescindere tutti i contratti di ritiro delle batterie al litio
L’incendio di domenica 10 dicembre alla Seval di via La Croce non avrebbe avuto ripercussioni sulla salute pubblica.
Lo stabiliscono i dati dell’Arpa, comunicati ieri, e commentati diffusamente dall’azienda una nota. «Gli effetti dell’incendio sono stati purtroppo amplificati dalla sfortunata combinazione meteorologica (assenza di vento e bassa pressione), che ha mantenuto i fumi a bassa quota, interessando le abitazioni della zona - si legge -. L’odore aspro e pungente si è percepito anche a significative distanze. Arpa ha effettuato misure qualitative solo di alcuni parametri in tre località sottovento, ricercando alcuni parametri significativi per combustione. L’unico aumento rilevato è stato quello relativo agli NOx (ossidi di azoto), tuttavia ancora molto inferiore alle relative soglie di allerta, come mostrato dai dati della centralina meteo di Colico».
«Valori tranquillizzanti»
La strumentazione di campionamento per altri microinquinanti, come le diossine, nell’area della Croce Rossa «ha indicato valori – a giudizio delle autorità competenti – tranquillizzanti. La rete interna di raccolta ha consentito di trattenere tutte le acque di spegnimento. Nulla è stato quindi sversato nei corsi superficiali e in fognature. L’ispezione Arpa ha confermato l’assenza di criticità».
Pur lasciando alle autorità competenti la determinazione della causa dell’incendio, «la nostra opinione è che sia stato originato dalla presenza di batterie a litio-ione nei rifiuti elettronici - i responsabili dell’azienda ribadiscono la tesi della prima ora -. Tali batterie, normalmente stabili, possono in rarissimi casi, a causa di un pregresso utilizzo intenso, del deterioramento dovuto a utilizzi impropri, dell’umidità o a causa di deformazioni meccaniche, provocare una fiamma breve, ma molto intensa, che si propaga ai materiali plastici circostanti (parti in plastica e legno delle apparecchiature, cavi). Tali batterie dovrebbero essere rimosse dai rifiuti elettrici ed elettronici e conferite separatamente in altri contenitori presenti nelle isole ecologiche. Tuttavia, è frequente trovare nei nostri rifiuti batterie al litio-ione non rimosse, talvolta per una insufficiente conoscenza del problema da parte dei cittadini e degli operatori delle piattaforme ecologiche, talvolta perché si tratta di batterie integrate nelle apparecchiature, purtroppo sempre più diffuse (sigarette elettroniche, telefoni cellulari, aspirapolveri, computer portatili, giochi per bambini). I nostri processi prevedono, come operazione preliminare al trattamento, la cosiddetta messa in sicurezza, ovvero la rimozione, durante le prime fasi del processo di recupero, di tutti i componenti critici, tra cui anche le batterie. I rifiuti interessanti dall’incendio sarebbero stati sottoposti a tale processo nei giorni successivi».
Le soluzioni
Preso atto del sempre maggiore incremento di questo tipo di rifiuto e, di conseguenze, del rischio, sono già sul tavolo alcune ipotesi di lavoro che saranno discusse con le autorità competenti sin dai prossimi giorni.
Si potrebbe pensare a una drastica riduzione degli stoccaggi di materiali potenzialmente contenenti batterie al litio ancora da lavorare, regolando gli ingressi sulle sole quantità lavorabili in tempi brevi. O a stoccaggi per tali materiali «più compartimentati e protetti, quindi con l’eliminazione dei cumuli per i materiali che possono contenere batterie al litio».
Ancora, decisione ben più drastica, Seval potrebbe valutare la rescissione, entro il 31 dicembre, di tutti i contratti di ritiro e selezione delle batterie che possono contenere litio, uscendo a tempo indeterminato dal settore: «L’azienda resterà attiva per il trattamento e il commercio di batterie a bassissimo rischio di incendio». Si potrebbe ipotizzare la cessazione dell’attività di trattamento delle pile al litio a bottone e/o dell’attività di rimozione delle stesse dagli apparati Telepass.
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