Rischio deragliamento sulla Milano-Tirano: colichese a processo

Colico

Fu una strage evitata «solo dalla tempestiva manovra di emergenza del macchinista». La colpa era di un giunto dei binari rotto. Correva l’anno 2018, quello del disastro di Pioltello, nel milanese, che fece tre morti e un centinaio di feriti, per la stessa causa di cattiva manutenzione. Avrebbe potuto verificarsi uno scenario simile anche al passaggio del treno 2575 Tirano–Milano. All’altezza del comune di Carnate, in provincia di Monza. Il fatto era emerso dalle ispezioni dei tecnici, e ora due dirigenti di Rfi si ritrovano sotto processo davanti al giudice Carlo De Marchi, presso il tribunale brianzolo, per il reato di concorso in omissione colposa che fa sorgere o persistere il pericolo di un disastro ferroviario.

Si tratta dell’allora responsabile della Direzione territoriale produzione di Milano, unità territoriale linee nord e l’allora capo Unità Manutentiva Tronco Lavori Monza: Luigi Bagnoli, residente a Roma, e Antonio Bellafiore, di Coliico

Una vicenda che ripercorre quanto accaduto, sette anni fa, un venerdì 28 settembre, quando centinaia di pendolari erano stati costretti a una vera e propria odissea per rientrare a casa da Milano, con i pendolari lecchesi penalizzati in particolar modo.

Dopo la stazione di Carnate, località del vimercatese dove si incrociano tre linee ferroviarie, il convoglio aveva rallentato per il semaforo giallo, prima di quella di Arcore.

Il macchinista aveva provvidenzialmente notato la presenza di un giunto che non era allineato con l’asse ferroviario.

Un’anomalia simile a quella che circa 7 mesi prima, nello stesso anno, a Pioltello, aveva provocato il deragliamento di un altro treno regionale, causando appunto la morte di tre passeggeri.

Il ferroviere, a Carnate, aveva fatto invece procedere il treno a passo d’uomo, segnalando poi quanto accaduto per evitare possibili incidenti.

I tecnici di Rfi avevano successivamente riparato il giunto e la Polfer aveva avviato un’ispezione con i risultati che poi erano stati trasmessi ai pm di Monza. Solo dopo molti anni, tra lungaggini nell’iter delle indagini, aggravate anche dal periodo Covid, è cominciato il processo. Secondo la pubblica accusa gli imputati «omettendo di valutare adeguatamente l’irreversibile ammaloramento del giunto del binario dispari» già emerso in un «controllo di routine» sulla tratta Carnate - Arcore della linea ferroviaria Milano - Lecco e «omettendo di provvedere alla immediata sostituzione del giunto», che aveva provocato «la rottura della rotaia», facevano sorgere il pericolo di un disastro ferroviario. L’istruttoria prosegue a giugno.

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