«Qui appalti pubblici senza sospetti»
Il magistrato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ieri a Varenna al convegno di studi amministrativi. A Lecco, fa sapere, non sono in corso indagini. «Il buon funzionamento della macchina pubblica è l’unico antidoto»
Il magistrato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, era ieri pomeriggio a Villa Monastero a Varenna, ospite della giornata inaugurale del 61° Convegno di Studi Amministrativi. E non poteva essere diversamente visto che il tema di quest’anno è quanto mai in sintonia con il suo lavoro.
I tre giorni del convegno saranno, infatti, dedicati ai contratti pubblici «tra esigenze di semplificazione, rilancio dell’economia e contrasto alla corruzione». Abbiamo sentito Raffaele Cantone prima dell’inizio dei lavori del convegno e gli abbiamo chiesto innanzitutto se gli appalti pubblici che attualmente interessano Lecco siano nel mirino dell’Anticorruzione e la sua è stata una risposta negativa. Di Lecco, insomma, Raffaele Cantone non si sta occupando e questa è già una bella notizia. Diversa la situazione per Como, laddove i lavori per le paratie a lago ed in particolare la variante proposta dal Comune, ha avuto osservazioni critiche da parte dell’Anticorruzione.
Visto il convegno a cui il magistrato è stato invitato non potevamo non chiedergli un parere sul rapporto tra pubblica amministrazione e corruzione: «Che la pubblica amministrazione sia vittima della corruzione è sotto gli occhi di tutti. Del resto è facile capire come sia un settore dello Stato molto ambito per coloro che vogliono corrompere. Detto questo va però sottolineato che senza pubblica amministrazione non si può vincere la corruzione. Proprio il buon funzionamento della macchina pubblica è l’unico sistema per vincere ogni possibile atto corruttivo; su questo non ci sono dubbi».
Il convegno di Varenna raccoglie, intorno al tema del rapporto tra pubblica amministrazione e corruzione, alcuni tra i più importanti esperti nazionali di diritto. A presiedere questa tre giorni è Giorgio Giovannini, presidente del Consiglio di Stato. Gli abbiamo chiesto quali possano essere i rimedi contro le infiltrazioni criminali entro la macchina statale. «Ci vogliono – ci ha risposto – trasparenza e vigilanza. Siamo di fronte ad uno stato in cui le norme sono numericamente esagerate e questo spesso è una sorta di escamotage per chi desidera aggirarle. Noi dobbiamo sorvegliare la situazione cercando quella semplificazione che sola ci può aiutare ad uscire da una situazione di impasse».
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