Passare da una provincia ad un’altra si può: ecco l’iter che dovrebbe seguire Colico per diventare “valtellinese”

Per Lecco c’è già il precedente di Torre de’ Busi che, nel 2018, è diventato territorio della Provincia di Bergamo

Un iter lungo, complesso che chiama in causa Comuni, Regione e Parlamento. Passare da una Provincia all’altra è possibile, ma il percorso non è dei più semplici o veloci. La variazione del territorio di una Provincia è consentita poiché l’adeguamento del perimetro territoriale può andare incontro alle esigenze della popolazione, tra le quali un miglior uso delle risorse ed una miglior presenza delle strutture burocratiche. Dalla variazione possono derivare conseguenze sia per i Comuni ricompresi nella Provincia sia per la Regione che, pertanto, devono essere coinvolti nel relativo procedimento. L’articolo 133 della Costituzione è chiaro: «Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove province nell’ambito di una regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la Regione interessata».

Il territorio lecchese ha un precedente recente: Torre de’ Busi nel 2018 è passato dalla Provincia di Lecco a quella di Bergamo al termine di un iter durato quasi due anni. Il procedimento è iniziato con la raccolta firme da parte del Comitato (furono 918 i favorevoli al cambio su 1.722 cittadini), cui seguì il parere favorevole del presidente della Provincia di Bergamo e i primi passi in Regione: in commissione e poi in consiglio. La delibera di quest’ultima fu mandata a Roma dove, al Senato e alla Camera, fu depositato il disegno di legge relativo. Una volta approvato, dopo un iter complesso e non senza rallentamenti e difficoltà burocratiche, Torre de’ Busi ha ufficialmente ottenuto il cambio di circoscrizione.

Questa dovrà essere la strada da seguire anche per Colico se l’obiettivo preannunciato dal Comitato popolare vuole essere concretizzato. «Le ragioni che possono giustificare la richiesta di cambio di Provincia sono di natura prevalentemente politica - spiegano dall’Unione delle Province italiane -. In genere si tratta di Comuni che, sentendosi marginalizzati, ritengono di poter ottenere dal cambio maggiore attenzione e quindi servizi migliori».

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